Il rosa nudo, diretto da Giovanni Coda, è tra i migliori film del decennio 2010-2019 secondo il magazine Roba da Donne. È un biopic sperimentale dedicato alla vita di Pierre Seel e alla sua autobiografia scritta con Jean Le Bitoux. Interpretato, tra gli altri, da Sergio Anrò, Italo Medda, Gianni Loi, Francesco Ottonello e Mauro Ferrari, il film è stato girato in Sardegna tra Cagliari e Quartu Sant’Elena.
Il film parla in prima persona degli orrori e delle torture subite dalle persone omosessuali nei campi di concentramento nazisti. In particolare, il racconto è incentrato sul dramma dell’alsaziano Pierre Seel, giovane gay deportato a Schirmek, a 30 chilometri da Strasburgo.
Siamo nel 1941, nella Francia occupata dai tedeschi, e Pierre Seel è un giovane che vive l’orrore dei campi di sterminio. Insieme con altri internati assiste all’uccisone di Jo, il suo grande amore. Jo viene sbranato da cani feroci. Ha un secchio in testa per distorcere e amplificare le urla di dolore per quella morte atroce, mentre, gli altoparlanti trasmettono musica classica ad alto volume.
La vicenda di Pierre Sell inizia per un orologio rubato nel 1939. Ne denuncia il furto avvenuto nel parco di Mulhouse, noto come luogo di incontri per persone omosessuali. Seel viene così schedato. Successivamente il giovane aderisce alla Resistenza ma nel 1940, convocato dalla Gestapo, si reca al commissariato per evitare problemi alla sua famiglia. Seel, il cui nome compare sullo schedario, viene arrestato e torturato a lungo.
Dopo molti anni rompe quel silenzio che si era imposto, per raccontare in un libro gli avvenimenti vissuti, e dare testimonianza di quell’orrore subito nei lager nazisti da lui e da molte altre persone omosessuali.
L’intera vicenda è narrata nel volume autobiografico Moi, Pierre Seel, déporté homosexuel e la sua testimonianza appare anche nel docufilm Paragraph 175 diretto da Rob Epstein e Jeffrey Friedman.
Girato nel 2013, il film di Jo Coda torna a porre l’attenzione sulla drammatica vicenda di Seel e delle persone omosessuali internate nei campi di concentramento nazista.
E anche per commemorare, insieme con lui, le tante vittime gay (cui fu imposto il triangolo rosa) e lesbiche (cui fu imposto quello nero) della follia nazista, la pellicola sarà proiettata a Roma presso il MAXXI (via Guido Reni, 4A) il 26 gennaio, alla vigilia del Giorno della Memoria. Ricorrenza internazionale, che, come noto, è stata istituita per ricordare i 6.000.000 di ebrei e le altre 11.000.000 persone (tra oppositori politici, minoranze etniche, disabili, omosessuali, massoni, Testimoni di Geova) uccise da nazisti e collaboratori.
La proiezione, fissata alle 19:00, sarà preceduta alle 18:30 dai saluti istituzionali, che saranno rivolti da Pietro Barrera (segretario generale Fondazione MAXXI), Rosario Murdica (ricercatore e collaboratore di Gaynews) e dal regista Jo Coda.