È nata a Milano l’Associazione per la Cultura e l’Etica Transgenere (Acet). A fondarla, il 14 gennaio, Monica Romano, Daniele Brattoli e Laura Caruso nei rispettivi incarichi di presidente, vicepresidente e segretaria.
L’associazione si pone in continuità con il Progetto Identità di Genere che, avviato nel 2013 presso il Circolo Harvey Milk, ha offerto orientamento, gruppi di auto aiuto, gruppi di autocoscienza e momenti di elaborazione culturale e politica alla popolazione transgender e gender non-conforming di Milano e della Lombardia.
La costituzione di un ente di volontariato autonomo, apartico e senza scopo di lucro, è da ricercarsi nella consapevolezza della necessità – come spiegato a Gaynews dalla presidente Monica Romano – «che a Milano torni ad esistere un’associazione che non soltanto si rivolga alla popolazione transgender, ma che sia anche gestita da persone transgender, a partire dall’organigramma e dal consiglio direttivo».
Come specificato nell’articolo 3 dello Statuto scopo primario dell’Acet è l’impegno a «tutelare il diritto all’identità personale delle persone transgender e gender non-conforming» e a «elevare a diritto fondamentale e tutelato dall’ordinamento quello alla “libertà di genere”, intesa come la possibilità, per tutti gli individui, di decidere ed autodeterminare liberamente l’appartenenza di genere che maggiormente si confà al proprio sentire».
Ecco perché, secondo quanto recita il menzionato articolo, «l‘obiettivo della piena agibilità al diritto all’identità personale è il faro a cui tende il lavoro dell’Acet». In tale prospettiva, primario ambito di azione dell’associazione saranno «le iniziative orientate a rendere effettiva in Italia la decisione storica dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che, nell’adottare l’undicesima revisione della classificazione statistica internazionale delle malattie e dei problemi sanitari connessi (Icd – 11), ha stabilito che transessualità, transgenerità e non conformità di genere non sono più patologie psichiatriche».
Ma anche, ad esempio, «le iniziative di contrasto al fenomeno della transfobia, attraverso la sensibilizzazione dell’opinione pubblica, la denuncia e la segnalazione di prassi transfobiche e di episodi di transfobia messi in atto da istituzioni, enti, associazioni e cittadini» e quelle «di sensibilizzazione e informazione rivolte al mondo del lavoro».
C’è però soprattutto un obiettivo che è particolarmente a cuore a Brattoli, Caruso, Romano: quello, cioè, di fare cultura.
La presidente di Acet, che, oltre a essere scrittrice, è stata candidata a Milano nel 2016 come consigliera comunale, ha detto nel merito a Gaynews: «Come abbiamo scritto nella nostra lettera al sindaco di Milano Beppe Sala del luglio scorso: Vogliamo più libri e meno medici, nella vita delle persone transgender, perché non sono i bisturi a renderci gli uomini e le donne che siamo, ma quel grande lavoro su noi stessi – e sul mondo che ci circonda – indispensabile a situare e risignificare i nostri corpi e le nostre vite.
Per chi volesse avere maggiori informazioni su questa e altre finalità dell’associazione, potrà scrivere a info@associazionetransgenere.org».