Il Coordinamento Torino Pride, profondamente scosso dai numerosi e recenti rigurgiti di fascismo che si sono concretizzati con episodi di intolleranza e violenza in tutta Italia, ma animato da uno spirito combattivo, ha deciso di scendere in piazza per urlare: «Veniteci a prendere».
Lo farà a Torino, l’8 febbraio, alle 17,30 in piazza Carignano insieme al coordinamento Mai più Fascismi promosso da Anpi, Arci, Cgil, Cisl, Uil, Articolo Uno, Pci, Pd, Rifondazione Comunista, Aics, Se non ora quando, Terzo Tempo e all’associazione nazionale Treno della Memoria.
«I nostri passi sulle orme lasciate vuote nei campi di sterminio. Il nostro cammino sulla strada di casa, a guerra finita, in faccia a qualsiasi tentativo di negazionismo, a qualsiasi rigurgito fascista – affermano le associazioni del Coordinamento Torino Pride –. Camminiamo insieme noi che, idealmente, indossiamo la stella e tutti i triangoli del sistema della morte in memoria di quanto accadde. Perché non accada ancora. Per contrasto a ogni messaggio di morte e sopraffazione. Perché non possiamo più parlare di fatti ignobili definendoli “ragazzate”. Non possiamo più tacere o saremo colpevoli. Ci siamo, veniteci a prendere. Provate a farlo alla luce del giorno e non muovendovi nella notte che vogliamo restituita a chi lavora il terzo turno, a chi veglia in ospedale, a chi si diverte o a chi prepara per gli altri, il pane. Venite, uscite allo scoperto.
Conoscete i nostri indirizzi, vi aspettiamo. È tempo che la lezione della storia vi venga detta con chiarezza perché è evidente che abbiamo sbagliato. Non siamo stati abbastanza vigilanti, non abbiamo protetto il volo della farfalla gialla della bambina di Terezín. Oggi, quella farfalla diventa vento. Da oggi sarà sui nostri abiti e volerà in alto, illuminerà persino le vostre vite meschine, in alto sopra la cenere dei forni che vorreste tenere accesi. Noi siamo resistenza, noi siamo partigiani e staffette. Noi ricordiamo e agiamo. E ci troverete ad aspettarvi».
Giziana Vetrano, coordinatrice del Torino Pride, raggiunta da Gaynews per spiegare il suo stato d’animo e quello della comunità Lgbtqi sotto la Mole fa sue le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, pronunciate il 27 gennaio 2020 al Quirinale: «Tra il carnefice e la vittima non può esserci mai una memoria condivisa […]. La memoria delle vittime innocenti di quelle atrocità è patrimonio dell’intera nazione, che va onorato, preservato e trasmesso alle nuove generazioni perché non avvengano mai più quegli orrori».