Annullata per motivi di sicurezza in Qatar la conferenza della bandrock libanese Mashrou’ Leila che si sarebbe dovuta tenere in settimana presso la Northwestern University di Doha nell’ambito di un convegno sui media in Medio Oriente. L’evento è stato spostato nel campus di Evanston, sede madre dell’ateneo a nord di Chicago.
Ad annunciarlo all’Afp Jon Yates, responsabile delle comunicazioni della Northwestern University, che ha messo in rilievo come la decisione sia stata presa dopo la massiccia campagna social #نرفض_محاضره_مشروع_ليل
Col frontman apertamente gay, Hamed Sinno, e testi accattivanti, che affrontano temi sociali e questioni Lgbti, la bandrock libanese (formata nel 2008 da studenti dell’Università americana di Beirut) si distingue nel panorama musicale del mondo arabo. Ma è anche oggetto di forti contestazioni.
I Mashrou’ Leila non sono infatti nuovi a vicende del genere. Dopo un concerto in Egitto nel 2017, durante il quale alcune persone avevano sventolato la bandiera arcobaleno, le autorità avevano lanciato un’ondata di repressione contro la collettività Lgbti con arresti a catena. In Giordania, invece, i loro concerti sono stati cancellati nel 2016 e nel 2017, a seguito delle proteste di parlamentari conservatori.
Il 9 agosto dello scorso, infine, è stato annullato, sempre per motivi di sicurezza, un loro concerto al festival internazionale di Byblos, dopo che gruppi oltranzisti e la gerarchia cattolico-maronita avevano accusato la band di «violazione della sacralità dei simboli cristiani» anche in riferimento ai due brani Idol e Djinn, che minerebbero, secondo i componenti dell’episcopato, i «valori religiosi e umani».
«La decisione è stata presa con grande cura – ha dichiarato Yates – in considerazione di vari fattori, tra cui problemi di sicurezza per il gruppo e la nostra comunità». Ha quindi fatto notare come l’establishment universitario creda «che sia importante per il mondo ascoltare le idee del gruppo, la loro arte e le loro voci», ribadendo l’impegno dell’ateneo «nella tutela della libertà accademica, delle diversità, dell’equità, dell’inclusione e della libero flusso delle idee».
Paese ospitante della Coppa del Mondo del 2022, il Qatar vuole dare garanzie di apertura. Nel settembre scorso Nasser al-Khater, amministratore delegato del comitato organizzatore dell’evento calcistico, aveva affermato che fan di qualsiasi orientamento sessuale saranno i benvenuti nel Paese, le cui corti sono amministrate secondo la shari’a.
I rapporti tra persone dello stesso sono teoricamente punibili con la pena di morte in Qatar, anche se di fatto essa non vi viene applicata al pari di Afghanistan, Emirati Arabi, Mauritania e Pakistan.