Si torni a una “figura politica” per l’assessorato regionale alla Sanità in Emilia-Romagna, dopo che nella scorsa legislatura a detenerlo era stato il “tecnico” Sergio Venturi.
A chiederlo in una lettera aperta al neo-presidente riconfermato Stefano Bonaccini, in vista della formazione della nuova Giunta, le associazioni che, legate al mondo Lgbt+, si occupano di prevenzione e salute a Bologna e nel territorio emiliano-romagnolo. Il tutto, mentre impazza da giorni il toto-assessori, nell’ambito del quale si parla anche di un Venturi bis o si fanno i nomi di Barigazzi e Vicini alla Sanità.
Le associazioni, che per prime hanno sottoscritto il testo, sono Plus – Persone Lgbt+ Sieropositive aps, Lila Bologna, Mit – Movimento Identità Trans e Iam – Intersectionalities and More. Alle prime quattro firmatarie si sono al momento aggiunte Gruppo Trans Bologna e Unilgbt.
«In nome della nostra storia e della tradizione di buon governo – si legge nel testo – ci appelliamo a lei perché nomini una figura politica alla guida dell’assessorato alla Salute. Siamo convinti che oggi, più che mai, ci sia bisogno di una visione politica e non solo amministrativo-sanitaria, che sappia progettare, innovare e rilanciare nel futuro il modello sanitario emiliano-romagnolo in un quadro socio-economico in continuo mutamento».
Le associazioni si dicono convinte che «serva una figura politica capace di dialogare con tutta la cittadinanza attiva, per plasmare la visione di un sistema sanitario che s’interfacci con il sociale. Da tempo abbiamo maturato la consapevolezza che un efficace sistema sanitario non può più essere solo un insieme di categorie professionali mediche o paramediche, per quanto di eccellenza. In quanto cittadinanza attiva, che in questi anni ha prodotto analisi di sistema e buone pratiche, sentiamo forte la necessità di avere un interlocutore politico con cui poter dialogare del presente e del futuro modello emiliano-romagnolo in ambito sanitario».
Le stesse realtà firmatarie hanno inoltre sottolineato di aver seguito la campagna elettorale «con preoccupazione, consapevoli che si confrontavano anche due visioni differenti del sistema sanitario regionale. Dal canto nostro, abbiamo spinto perché prevalesse la visione di un sistema in grado di offrire pubblicamente e universalmente i servizi di base, anche avvalendosi della collaborazione delle realtà operanti nel territorio, attraverso un approccio di sussidiarietà».