Un amore profondo, durato 23 anni, quello tra le foggiane Lilli Quitadamo e Teresa Totaro, che è venuta a mancare nel 2011. Un amore che, in un certo qual senso, ha avuto una sorta di riconoscimento attraverso la sentenza del Tribunale di Foggia. Emessa il 16 ottobre 2019, ma resa nota ai media soltanto alla fine di gennaio, essa obbliga infatti l’Inps a versare la pensione di reversibilità alla partner superstite, che non ha mai potuto beneficiare, per ovvi motivi temporali, di quanto disposto al riguardo dalla legge 76/2016 sulle unioni civili.
A ragione il sottosegretario agli Esteri Ivan Scalfarotto, che ha trascorso l’infanzia e l’adolescenza a Foggia, ha così commentato, il 4 febbraio, su Twitter: «Una sentenza del Tribunale di Foggia che rappresenta una pietra miliare per i diritti civili. La pensione di reversibilità spetta anche al superstite della coppia di una persona morta prima dell’entrata in vigore della legge sulle unioni civili».
Per saperne di più abbiamo contattato gli avvocati Bruno Colavita e Giacomo Alessandro Celentano, che hanno seguito Lilli nella sua battaglia giudiziaria.
Avvocato Colavita, che cosa ha spinto Lilli a fare ricorso contro l’Inps?
Conosco Lilli personalmente e ovviamente ne conosco la storia. Quando me ne parlava, traspariva il dolore per l’improvvisa perdita del grande amore. Nonostante l’assenza fisica di Teresa, dalle parole di Lilli potevi e puoi percepirne la presenza: la presenza di un sentimento che non è finito quel tragico giorno del 2012 ma che continua a scaldare il cuore di Lilli. Dal punto personale la storia mi colpì molto. Occupandomi di diritto del lavoro e della previdenza, mi spinsi, anche per il legame di amicizia che mi lega a Lilli, a suggerirle l’inizio di un percorso giudiziario diretto al riconoscimento di un diritto che allora, come ora, ritenevo sacrosanto. Devo dire che Lilli sin da subito ha riposto fiducia in me e nel collega Giacomo Alessandro Celentano. Fiducia che, nonostante il percorso non certo facile, non è mai venuta meno. Il primo ostacolo ha riguardato la modalità di presentazione della domanda amministrativa all’Inps. Domanda che andava presentata obbligatoriamente on-line, attraverso i moduli predisposti dall’Insp. Il problema è che tali moduli prevedevano esclusivamente le categorie moglie/marito. Quindi, primo ostacolo rischio dichiarazione falsa. Io e il collega Celentano abbiamo optato per inoltrare domanda a mezzo posta così da avere data certa di inoltro. Da lì in poi è iniziata la nostra battaglia giudiziaria. Senza il supporto di una legge – quella sulle unioni civili sarebbe entrata in vigore circa un anno dopo – potevamo contare esclusivamente sulla normativa europea. Con l’entrata in vigore della legge 76/2016, che ha esteso il diritto alla reversibilità anche alla coppia unite civilmente, e con il sostegno di un precedente giurisprudenziale favorevole (una sentenza della Corte di Appello di Milano), le nostre speranze di accoglimento del ricorso aumentavano. Tant’è che nel mese di ottobre 2019 il Tribunale di Foggia, Sezione lavoro, ha accolto la domanda presentata per Lilli e l’Inps è stato condannato al pagamento dei ratei dalla data del decesso. Una sentenza che, oltre al dato economico, ha prima di tutto restituito a Lilli e Teresa la loro dignità di coppia. Inoltre è la prima sentenza in Italia contro l’Inps. Sentenza non appellata e oramai definitiva tra le parti.
Avvocato Celentano, questa sentenza crea un precedente. Quali sono le caratteristiche e i requisiti per dare l’avvio a un tale percorso di riconoscimento per persone che si trovano nella stessa situazione di Lilli?
Ovviamente chiunque, prima dell’entrata in vigore della legge sulle unioni civili, si trovava nelle condizioni cui si è trovata Lilli, potrebbe agire per il riconoscimento della reversibilità. Oltre ai requisiti espressamente richiesti dall’Inps per il riconoscimento della pensione di reversibilità, chi si trovasse nella stessa situazione di Lilli dovrà comunque provare al Giudice la stabile convivenza con il partner venuto a mancare. Il diritto alla reversibilità è imprescrittibile.
Avvocato Colavita, quali le vostre sensazioni a mano a mano che ci si avvicinava alla sentenza?
Io e il collega Giacomo Alessandro Celentano, in cuor nostro, speravamo nel buon esito della causa. Ma la nostra esperienza ci portava a essere cauti. Sapevamo di poter dire di avercela fatta solo a sentenza depositata. Si dice che la giustizia processuale spesso non coincida con la giustizia sostanziale. Ma, in questo caso, abbiamo avuto la sensazione che la verità e la giustizia si siano incontrate e abbiano trovato il giusto riconoscimento.
Avvocato Celentano, che cosa ha detto Lilli quando le avete annunciato l’esito favorevole della sentenza?
Abbiamo chiamato Lilli: era in un supermercato. Le abbiamo detto prima di tutto detto di sedersi e poi le abbiamo dato la notizia. Lei ha urlato al telefono ringraziandoci e piangendo. È stato un momento davvero emozionante.
Un’ultima domanda a entrambi: qual è stata la reazione dell’Inps alla sentenza?
L’Inps in realtà non ha reagito. Non ha opposto opposizione. La sentenza pertanto è definitiva e l’Inps non potrà far altro che adeguarsi.