Chiamato oggi alle urne per esprimersi sul relativo quesito referendario, l’elettorato della Confederazione elvetica ha detto sì alla legge contro le discriminazioni e l’incitamento all’odio motivati da orientamento sessuale, approvata il 3 dicembre 2018 dal Consiglio nazionale. Legge che, però, non estende l’articolo 261 bis del Codice penale, noto come “norma antirazzista”, alle discriminazioni basate sull’identità di genere, dal momento che all’Assemblea federale, in sede di dibattito parlamentare, era apparsa «troppo vaga la nozione a quella sottesa».
I voti a favore sono stati 1.413.609 (63,1%) mentre quelli contrari sono stati 827.361 (36,9%). I più alti tassi di approvazione sono stati registrati nelle regioni e nelle aree urbane di lingua francese e italiana. Nel Canton Vaud il sì alla legge ha raggiunto l’80,2%, in quello di Ginevra il 76,3% e a Zurigo il 63,5%. Significativo risultato anche nel Canton Ticino, dove ha votato a favore della legge il 66,78%.
Il no ha conseguito la maggioranza nei tre piccoli cantoni germanofoni di Appenzell Innerrhoden, Schwytz e Uri.
«Oggi non sono solo i diritti di lesbiche, omosessuali e bisessuali ad essere rafforzati – ha dichiarato Salome Zimmermann, co-presidente dell’Organisation des lesbiennes suisses – ma quelli di tutte le minoranze».
Ha invece parlato di «vittoria collettiva» il “padre” della legge, Mathias Reynard, nel corso del suo discorso a Berna.
« Père » de la norme pénale anti-homophobie, @MathiasReynard (PS/VS) a livré un discours ému et combatif devant les partisans du oui réunis à Berne. #CHvote pic.twitter.com/RZPvyx2Ohn
— Didier Kottelat (@didierkottelat) February 9, 2020
Malumore tra le file dei due partiti di destra, Union démocratique du centre (Udc) e Eidgenössisch-Demokratische Union (Edu), che avevano raccolto, nell’aprile 2019, le firme necessarie per l’indizione del referendum.
Hans Moser, presidente dell’Edu, ha dichiarato: «Continueremo a difendere i valori cristiani», ribadendo l’impegno del suo partito nella futura lotta contro il matrimonio egualitario e l’adozione di bambini da parte di coppie di persone dello stesso sesso.
Viva soddisfazione per l’esito del referendum elvetico è stata espressa del deputato Alessandro Zan, relatore della legge contro l’omotransfobia alla Camera, che ha dichiarato a Gaynews: «La destra svizzera ha condotto la sua campagna contro la legge Reynard agitando lo spettro della censura alla libertà di espressione. Mera propaganda, da cui l’elettorato non si è lasciato abbindolare. La legge elvetica punisce unicamente la violenza e l’incitamento all’odio quando questo connota un rischio reale alla persona.
È quanto d’altra parte hanno già stabilito in Italia alcune sentenze della Cassazione. Anche qui reagiremo alla propaganda delle destre per giungere all’approvazione della legge contro l’omotransfobia, che è una legge di civiltà».