Oscar per il miglior film a Parasite del sudcoreano Bong Joon Ho, che si è aggiudicato altre tre statuette: miglior regista, miglior film internazionale e migliore sceneggiatura originale. Ma Parasite ha conquistato soprattutto un altro primato nella serata al Dolby Theatre di Los Angeles: è la prima volta, infatti, in 92 anni di premiazione, che una pellicola straniera consegue il più prestigioso degli Oscar.
Premiati, invece, come miglior attore non protagonista e migliore attrice non protagonista Brad Pitt e Laura Dern rispettivamente per Once upon a Time in Hollywood e Marriage Story. Due riconoscimenti scontati alla vigilia della cerimonia come, d’altra parte, quelli come miglior attrice protagonista e miglior attore protagonista, assegnati a Renée Zellweger per l’interpretazione di Judy Garland in Judy e Joaquin Phoenix, al suo primo Oscar per Joker di Todd Phillips, film che ha vinto anche per la miglior colonna sonora originale.
Nel ricevere la prestigiosa statuetta Phoenix ha dichiarato: «Dobbiamo lottare contro l’idea che una razza, un’idea, sia impunemente dominante rispetto a qualcuno impunemente», rilevando come «il dono più grande che mi ha dato il cinema sia quello di poter dare voce a chi voce non ce l’ha. È arrivato il momento di iniziare a farci portavoce di altre cause».
Phoenix ha quindi lanciato l’appello a lottare a favore dei diritti nel loro insieme: «Penso molto – ha affermato – ad alcune delle questioni allarmanti che affrontiamo collettivamente. Credo che a volte siamo visti come persone che difendiamo cause diverse, ma io vedo una comunanza di punti di vista. Sia che si parli di disuguaglianza di genere o di razzismo o di diritti delle persone Lgbt, delle popolazioni indigene e degli animali, stiamo parlando di combattere l’ingiustizia.
Penso che siamo molto disconnessi dalla natura e molti di noi sono colpevoli di una visione egocentrica del mondo. Rapportandoci così con la natura, la distruggiamo. Commettiamo crimini contro gli animali. Abbiamo paura dell’idea di cambiare, ma dovremmo usare l’amore e la compassione come principi di guida».
Concludendo il suo discorso, l’attore ha ammesso di aver «fatto cose brutte nella vita, sono stato egoista, cattivo e crudele. Un collega difficile con cui lavorare. Molti di voi qui seduti in platea mi hanno dato una seconda possibilità ed è lì che viene il meglio dell’umanità».
Prima di lasciare il palco accompagnato da una standing ovation, ha citato alcuni versi di una poesia scritti dal fratello River, alla cui memoria ha dedicato il premio, quando aveva 17 anni: «Corri verso il rifugio con amore e la pace seguirà».