Sono state rilasciate nella notte Nadežda Andreevna Tolokonnikova, anche nota come Nadya Tolokno, e altre 12 attiviste del collettivo punk rock Pussy Riot, fermate ieri e poste sotto detenzione dalla polizia di San Pietroburgo, che per il secondo giorno consecutivo ha interrotto i lavori di ripresa del video musicale БЕСИТ/RAGE e di un servizio fotografico. Posto sotto fermo anche l’attivista in sedie a rotelle Iskander.
we’re free! pic.twitter.com/IhAoWRXa3y
— ????? ???? (@pussyrrriot) February 10, 2020
Gli agenti hanno fatto ieri irruzione negli studio di Lenfilm motivando successivamente l’azione quale risposta a una segnalazione di presunta fuga di gas in loco. Non prima di aver accusato il gruppo, il giorno precedente, di «estremismo»e «propaganda gay» per il video, che vede coinvolte 150 persone tra attiviste e attivisti.
«Quando è arrivata la polizia – ha dichiarato Tolokonnikova – non ha trovato alcuna fuga di monossido di carbonio, ma ha trovato noi e ha deciso di portarci via».
Il gruppo ha reso noto via Twitter che l’interruzione delle riprese, il 9 febbraio, ha provocato un danno di 15mila dollari, anche se attraverso la campagna di crowdfunfing ne sono stati raccolti, nella sola giornata di domenica, 1066.
CROWDFUNDING FOR “RAGE” VIDEO
we’ve collected $1066 in just 1 day!! wohoooo!
yesterday the police ruined out video shoot that costed us $15k; today we’ve been arrested for making a PHOTO SHOOT.
we need your help, cuz we’ll not stop. https://t.co/WJjZzsdnVj
venmo: @nadyariot pic.twitter.com/Rn7V5UdHl4— ????? ???? (@pussyrrriot) February 11, 2020