Philippe Lafeuille porta in scena a Milano (al Teatro Menotti fino a stasera) Tutù uno spettacolo gaio, irridente, la quintessenza dell’uso del corpo per combattere gli stereotipi omofobici, in altre parole, la cultura camp fatta balletto.
In un tripudio di tutù, piume, muscoli e urletti, sei uomini in tutù ballano sulle punte e spaziano nei generi e nel tempo, diventando icone per subito dopo oscurarle con un gesto, irriverente, delicato o drammatico, che spiazza l’audience, la diverte e la porta in una dimensione onirica.
Replicato per sei mesi ininterrottamente al Bobino di Parigi lo show è un omaggio alla danza di cui il celebre costume è un’icona. Ma anche qui, l’icona si trasforma: diventa quasi un piumino in cui i ballerini scompaiono, o l’abito di una figurina da carillon che gira inesorabilmente. O anche un incredibile piumaggio: quello dei mitici Quattro Cignetti Quattro del Lago dei Cigni, che trasformano la loro danza cronometrica in un divertentissimo contest di hip hop.
Perché in Tutù si attraversano tutti i generi. E oltre al balletto classico, ci sono le sfilate interminabili su antiche canzoni sul grammofono, tipiche dei ‘pezzi’ di Pina Bausch. O le moine delle ginnaste che alle Olimpiadi ci strabiliano con i loro incredibili tecnicismi e i loro guizzi espressivi un po’ fané. E gli assoli ‘espressivi’ di palpitanti danzatrici moderne, metà valchirie e metà erinni.
Lo spettacolo non finisce mai e quando tutti si stanno alzando, ancora applaudendo, Lafeuille ritorna coreografo e dirige il pubblico per scoprire nuovi talenti. Tutù è una vera hit dei Chicos Mambo. Creato nel 2014 per celebrare il ventennale della compagnia, lo spettacolo è diventato talmente popolare e richiesto che di fatto è un vero e proprio must see.