Decine di migliaia di persone hanno partecipato oggi al Pride di Città del Capo, che, partito alle alle 12:00 (ora locale) da Chiappinni Street, si è snodato lungo la Fan Walk e si è concluso alle 15:30 al Green Point Urban Park.
Alla vigilia dell’evento è stata illuminata, per la prima volta nella storia, la facciata del Parlamento provinciale coi colori dell’arcobaleno.
Slogan della marcia dell’orgoglio Lgbti sudafricana, che si svolge annualmente – non senza alcune interruzioni – a Città del Capo dal 1993, è stato «Fedele a te stesso, sii chi sei». Presente anche il celebre pornoattore e regista statunitense Rocco Steele.
Happy Pride from Cape Town, South Africa ?️? ?? pic.twitter.com/KbGoo2eU1o
— ROCCO (@RoccoSteeleNYC) February 29, 2020
Al termine della parata si sono susseguiti i vari interventi al Green Point Urban Park. A prendere la parola anche John Steenhuisen, leader federale ad interim di Democratic Alliance (Da), che ha esortato il Capo di Stato sudafricano Matamela Cyril Ramaphosa, nominato presidente dell’Unione Africana il 10 febbraio scorso, a impegnarsi soprattutto per la difesa dei diritti delle persone Lgbti in tutta l’Africa.
Pur osservando che molti risultati sono stati raggiunti nella lotta contro la discriminazione, ha ricordato come in molti Paesi africani le persone siano ancora vessate e perseguite penalmente in ragione dell’orientamento sessuale o identità di genere.
«Paesi come Nigeria, Tanzania, Sudan, Malawi e Kenya – ha dichiarato – hanno leggi estremamente repressive quando si tratta di relazioni tra persone dello stesso sesso. In Stati come la Mauritania e la Somalia esse sono addirittura punite con la morte».
John Steenhuisen ha poi puntato il dito contro il vicepresidente dell’Unione, David Mabuza, che ha pubblicamente invitato a «“essere abbastanza decenti da tenere la bocca chiusa” quando si tratta del trattamento disumano delle comunità Lgbtqi in altre parti dell’Africa».
Da qui l’appello finale a Ramaphosa: «Signor Presidente, mostra al mondo di non condividere le opinioni arretrate del tuo vicepresidente sul guardare dall’altra parte quando si tratta di violazioni dei diritti umani. Di’ chiaramente che un attacco a un componente della comunità Lgbtqi a Kampala o Dar es Salaam o Mogadiscio è inaccettabile come un attacco qui a casa nostra.
Fa’ valere il tuo mandato come presidente dell’Ua e spingi forte affinché i diritti di tutti gli africani siano quelli di chi vuol essere sé stesso e amare chi vuole».
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