In occasione della Giornata internazionale dei diritti della donna è stata lanciata la campagna Catholic Women Strike, che si concreterà in uno sciopero globale per tutto il mese di maggio, tradizionalmente dedicato a Maria nel cattolicesimo.
Lo sciopero, che inizierà il 3 maggio, prevede l’organizzazione di veglie di preghiera all’esterno dei luoghi di culto e il reindirizzamento di contributi destinati alla Chiesa cattolica per le azioni della campagna.
Le finalità di Catholic Women Strike, come riportato sul sito online, sono: «eliminare tutte le barriere al ministero e alla governance per le donne; riformare l’insegnamento della Chiesa sulla sessualità per riflettere la complessa realtà dell’esperienza vissuta, il primato della coscienza e le esigenze pastorali del popolo di Dio; trasformare l’insegnamento e la pratica della Chiesa per porre fine a tutte le oppressioni delle persone Lgbti+, delle persone nere, delle persone impoverite e di quelle marginalizzate per la loro personalità; creare strutture e processi che portino la competenza di tutti i cattolici – e specialmente delle donne – per chiamare tutta la nostra chiesa ad un giusto calcolo degli abusi sessuali clericali e a coprire».
Tutte le persone che aderiranno allo sciopero globale sono invitate a indossare il bianco come colore unificante del suffragio femminile.
Ispirata al movimento tedesco Maria 2.0, che proprio il 3 maggio celebrerà il 1° anniversario d’azione, e da questo co-organizzata, la campagna Catholic Women Strike vede come altre ideatrici e promotrici 11 organizzazioni cattoliche: Association of Roman Catholic Women Priests (ARCWP), Call to Action, Corpus, Dignity Usa, FutureChurch, New Ways Ministry, Roman Catholic Women Priests (Rcwp), Southeastern Pennsylvania Women’s Ordination Conference (Sepawoc), Women’s Ordination Conference (Woc), Women’s Ordination Worldwide (Wow).
«Le donne sono la linfa vitale della Chiesa – ha spiegato Kate McElwee, direttrice esecutiva di Women’s Ordination Conference –. Dirigono e coordinano la stragrande maggioranza dei ministeri parrocchiali di tutto il mondo. Senza la loro presenza e il loro lavoro, il lavoro vitale rimarrebbe sciolto e i banchi sarebbero vuoti. Nonostante il ruolo essenziale delle donne, siamo escluse dalle strutture decisionali e dalla leadership sacramentale attraverso il ministero ordinato. Questa ingiustizia non può continuare».
Linda Pinto di Corpus ha invece rilevato: «La Chiesa non può più permettersi di fermarsi sull’uguaglianza. La gerarchia tutta maschile e celibe non è riuscita a vivere il Vangelo, sostenendo i pregiudizi, e semplicemente non è più considerata una voce morale nel mondo».