Le Nazioni Unite hanno reso note le risposte del nostro Governo alle raccomandazioni fatte dalle delegazioni di 121 Paesi nell’ambito della Revisione Periodica Universale (Universal Periodic Review – Upr), cui l’Italia è stata sottoposta lo scorso 4 novembre a Ginevra nell’ambito della 34° sessione del Gruppo di lavoro.
L’Italia ha accettato 292 raccomandazioni sulle complessive 306, raccolte nel documento finale, che è stato distribuito in sessione il 6 novembre e adottato in plenaria l’8 successivo.
Tra le raccomandazioni accettate anche quella sulla creazione di un’istituzione nazionale indipendente per i diritti umani. Delle 17, riguardanti i diritti umani delle persone Lgbti (ben 9 in più di contro alle solo 8 del 2014), il Governo ne ha accettato 16.
Tra esse quelle riguardanti una legge contro l’omotransfobia, il divieto di interventi chirurgici cosmetici su bambini intersex e la protezione dei rifugiati Lgbti.
Il Governo si è invece limitato a prenderne nota della raccomandazione 171, fatta dall’Islanda, che chiede una legge sul riconoscimento di entrambi i genitori dello stesso sesso e sull’accesso all’istituto dell’adozione per coppie omosessuali.
Al riguardo Yuri Guaiana, presidente dell’Associazione Radicale Certi Diritti e coordinatore del lavoro di advocacy relativo al terzo ciclo dell’Upr, svolto da una coalizione composta da Arcigay, Associazione Radicale Certi Diritti, Centro Risorse Lgbti, Gaycs e OII-Italia, ha dichiarato: «L’accettazione di 16 raccomandazioni sui diritti umani delle persone Lgbti è uno straordinario successo del nostro lavoro. Ora occorre subito una Road Map per l’implementazione delle raccomandazioni accolte con il pieno coinvolgimento della società civile, come richiesto anche dalle Nazioni Unite».
Ha quindi aggiunto: «Delude profondamente, invece, la scelta dell’Italia di limitarsi a prender nota della raccomandazione dell’Islanda sulle adozioni e la genitorialità arcobaleno. Sul diritto all’uguaglianza e dei figli dei genitori dello stesso sesso ad avere entrambi i genitori riconosciuti non si transige e continueremo a batterci per ottenerlo».
Delusione al riguardo è stata espressa anche da Gianfranco Goretti, presidente di Famiglie Arcobaleno, che ha dichiarato a Gaynews: «Ancora una volta si decide di non occuparsi delle centinaia di bambini che vivono con due mamme o due papà. Bambini fantasma per questo governo, come per i governi precedenti. Famiglie Arcobaleno esprime profonda delusione e, ancora una volta, è qui per dire a tutti e tutte che continuerà a battersi per i diritti dei nostri figli e delle nostre figlie».