Il 13 marzo scorso è venuto a mancare improvvisamente Fabio Galluccio, all’età di 65 anni, studioso del pensiero liberalsocialista e segretario del circolo Giustizia e Libertà di Roma.
Di origine messinese, Galluccio è stato inoltre una figura di spicco del mondo manageriale italiano, sviluppando un pensiero acuto e innovativo sui temi del welfare e pioneristico, per il contesto nazionale, su quelli della valorizzazione delle diversità e dell’inclusione.
Ha collaborato con il Gruppo Tim sino al 2016, dove ha svolto il ruolo di responsabile del settore People Caring, introducendo in azienda molti dei progetti e delle iniziative per il benessere dei dipendenti che ne fanno oggi una delle aziende leader del panorama italiano.
In questo percorso, assidua la sua collaborazione nei consigli di amministrazione di Valore D e Parks – Liberi e Uguali, associazioni di aziende focalizzate rispettivamente sullo sviluppo dell’occupazione e della leadership al femminile e dell’inclusione delle persone Lgbti nel mondo del lavoro. Con Anna Zattoni e Francesca Rizzo è stato socio fondatore di Jointly.
Fabio Galluccio era anche impegnato nell’attività di ricerca storica, spesso focalizzata su aspetti inediti e poco esplorati. Ricordiamo in particolare le sue pubblicazioni centrate sul fascismo e le sue conseguenze.
Tra queste, I lager in Italia. La memoria sepolta nei duecento luoghi di deportazione fascisti (Nonluoghi Libere Edizioni, Roma 2003), reportage sui luoghi di detenzione, concentramento e sterminio disseminati nel nostro paese e oggi, tranne poche eccezioni, dimenticati e trasformati in altre funzionalità. E, poi, Indagine su Eichmann. Il boia nazista, nel dopoguerra, nascosto per anni in Italia. La storia, i luoghi, i complici (Oltre Edizioni, Torino 2018), in cui espone una indagine meticolosa sul periodo di nascondimento in Italia, durato anni, di Adolf Eichmann.