Una raccolta fondi per garantire beni essenziali come riso, farina, olio e sapone a quasi 200 sex worker single di Mumbai, ognuna con due o tre figli, bisognose di aiuto dopo il lockdown predisposto in India fino al 14 aprile dal primo ministro Narendra Modi per contenere la diffusione epidemiologica da Covid-19.
È l’appello lanciato il 25 marzo da Harish Iyer, il più noto attivista Lgbti indiano, fondatore della Jimme Foundation, che, insieme con Citizens for Justice and Peace, ha ricordato come, «mentre alcuni di noi hanno il privilegio di lavorare da casa e uno stipendio garantito, le persone appartenenti a molti settori della società, storicamente sfruttati ed emarginati, trovino estremamente difficile far quadrare i conti».
Iyer ha così spiegato il suo impegno a favore delle prostitute di Kamathipura, storico quartiere a luci rosse di Mumbai: «Come parte di una comunità che ha affrontato l’ostracismo sociale, spetta a noi essere in prima linea con chi è ancora vittima del pregiudizio».
L’allarme è stato lanciato da Kranti, un’organizzazione umanitaria, che lavora a Mumbai con figli e figlie di sex worker. La Jimme Foundation sta aiutando al momento anche 24 giovani donne, tutte figlie di prostitute, che grazie a Kranti sono state trasferite da Kamathipura in uno spazio sicuro, dove viene curata la loro istruzione in una col rafforzamento di quelle competenze necessarie alla loro affermazione sociale.
L’iniziativa della Jimme Foundation è stata accolta con entusiasmo da Bani Das, cofondatore di Kranti, che ha dichiarato alla Thomas Reuters Foundation: «Per ogni persona che mi conosce, ce ne sono tre che conoscono Harish. La sua popolarità ci sarà di grande aiuto».
Nel ricordare come anche in altri Paesi le sex worker versino in una situazione particolarmente critica a causa delle misure governative imposte per contenere la diffusione della pandemia, ha aggiunto: «Esse sopravvivono grazie al reddito giornaliero dei clienti. Non hanno mascherine, disinfettanti per le mani, nemmeno assorbenti. Sono in uno stato miserabile».