All’indomani del conferimento dei pieni poteri da parte del Parlamento monocamerale ungherese al primo ministro Viktor Orbán per affrontare l’emergenza Covid-19, il vice-premier Zsolt Semjén ha presentato, il 31 marzo, una proposta normativa (T/9934) che la stampa indipendente ungherese, a partire dall’autorevole settimanale Heti Világgazdaság (Hvg), ha definito “legge insalata” (salátatörvény).
Il testo, che dovrà comunque essere approvato dall’Assemblea nazionale (ma l’esito è scontato dal momento che Fidesz, il partito di Orbán, ha 116 seggi sui 199 complessivi, cui si devono aggiungere i 17 di Kndp in coalizione di maggioranza), prevede diverse misure per accentrare ulteriormente i poteri nelle mani del primo ministro e del suo schieramento politico.
La legge, fra l’altro, permetterà a Orbán di stanziare a suo piacimento i fondi per i festeggiamenti per il 30° anno di indipendenza nel 2021 e favorirà grossi investimenti immobiliari anche in zone protette. Aspetto, quest’ultimo, particolarmente criticato da opposizioni e stampa non filo-governativa, perché István Tiborcz, genero di Orbán (ne ha sposato la figlia Ráhel) e 32° persona più ricca d’Ungheria, è il fondatore di Bdpst Group, che si occupa di investimenti e costruzioni.
Il gruppo, come già in passato la Elios sempre di sua proprietà, ha continuamente vinto quasi tutti i bandi per le opere pubbliche. La legge insalata gli permetterà dunque di costruire ovunque, anche in aree protette, in quanto la norma sovrascrive le ordinanze.
Ma uno degli aspetti più delicati, come messo in luce dall’attivista spezzino Andrea Giuliano (profondo conoscitore della realtà ungherese), riguarda le persone trans, cui sarà vietata la rettifica dei dati anagrafici. Verrà infatti introdotto nel quadro normativo ungherese il dato del “sesso di nascita”, che definisce permanentemente il genere di una persona «sulla base dei caratteri sessuali primari e sui cromosomi».
Ciò significa che il dato anagrafico, registrato alla nascita, F (férfi per uomo) o N (Nő per donna), sarà immodificabile al pari del nome assegnato, per cui resterà proscritto quello d’elezione anche in caso di intervento di riassegnazione chirurgica del sesso o terapia ormonale.
È scomparso invece dal testo di legge l’articolo sulla riduzione del potere decisionale dei sindaci in situazioni di emergenza, esattamente come in quella attuale da Covid-19. La protesta massiccia di numerosi primi cittadini, sollevata il 1° aprile, ha infatti spinto l’esecutivo Orbán a fare prontamente marcia indietro.