Nella conferenza stampa dell’8 aprile l’immunologo Anthony Fauci, componente della task force della Casa Bianca sul Covid-19, ha posto un collegamento tra le «inaccettabili disparità di salute» a svantaggio delle persone afroamericane, maggiormente colpite dall’epidemia, e lo stigma cui fu sottoposta la comunità Lgbti negli anni dell’esplosione dell’Hiv/Aids.
Il direttore dell’Istituto nazionale di allergie e malattie infettive (lo è dal 2 novembre 1984 quando era presidente Ronald Reagan), che ha fornito contributi fondamentali nel campo della ricerca su Hiv e altre immunodeficienze, ha dichiarato: «Durante quel periodo c’era uno stigma smisurato in particolare contro la comunità gay. E ritengo che, solo quando il mondo si è reso conto di come la comunità gay reagisse a questa epidemia con incredibile coraggio, dignità, forza e attivismo, è davvero cambiato un po’, anzi molto, lo stigma contro la comunità gay».
Il presidente Donald Trump, nell’aprire il briefing di ieri, aveva poco prima dovuto ammettere che le persone afroamericane sono le più colpite dal Covid-19. Sulla base dei dati forniti dalla Hopkins University il Washington Post ha pubblicato il 7 aprile un’analisi che dimostra come le contee a maggioranza nera registrino tre volte il numero di contagi e sei volte quello dei decessi rispetto a quelle a maggioranza bianca. Dove, in ogni caso, a essere più colpite dal Covid-19 e a morire sono le persone afroamericane.
A Milwaukee, la città più grande del Wisconsin, il 70% delle persone decedute è afroamericano, nonostante la comunità nera rappresenti solo il 26% della popolazione. Stessa percentuale in Louisiana, con il 70% dei decessi che appartengono alla comunità nera, che forma il 32% dei residenti. A Chicago la metà delle persone contagiate e il 72% delle vittime del Covid-19 sono afroamericane, nonostante questa comunità rappresenti il 30% della popolazione totale. Nell’intero Stato dell’Illinois le persone afroamericane sono il 41% dei contagiati e deceduti, pur rappresentando solo il 14% dell’intera popolazione.
Sulla base dei dati preliminari, aggiornati a ieri e forniti dal dipartimento della Sanità dello Stato di New York, il più colpito dall’epidemia, sono soprattutto ispaniche e nere le persone contagiate da Covid-19 a New York City. Nella megalopoli, dove si sono registrati oltre 4.000 decessi e 75.000 casi di contagio, il 34% riguarda persone ispaniche, il 28% afroamericane, il 27% bianche, il 7 asiatiche. In larga maggioranza bianche, invece, le persone colpite nel resto dello Stato.
Tra le possibili cause, come spiegato dallo stesso Fauci, ci sarebbero il diabete, l’obesità, l’ipertensione e le malattie polmonari che risultano molto diffuse tra le persone nere.
È per questo motivo che l’immunologo ha detto: «Adesso la priorità è fornire agli afroamericani la migliore assistenza possibile», non senza rilevare come si continueranno ad avere inaccettabili disparità di salute anche quando «il coronavirus passerà».