Dopo la raccolta fondi Covid19-Nessuna da sola-Sostieni le sexworker, lanciata il 7 aprile da Pia Covre e da varie associazioni, tra cui Ombre Rosse e Mit, oggi anche Arcigay Catania ha avviato una consimile iniziativa a favore delle lavoratrici del sesso del quartiere di San Berillo attraverso la piattaforma Produzioni dal Basso (Pdb). Della situazione del cosiddetto red distict della città etnea e dell’attività di mutuo soccorso, in esso avviato da figure storiche locali come Franchina, si era fra l’altro occupato Tgr Sicilia con un servizio del 4 aprile.
«Gli effetti collaterali della pandemia – si legge nel comunicato di Arcigay Catania – non colpiscono tutt* allo stesso modo, ma svelano privilegi grandi e piccoli e nodi irrisolti. La criminalizzazione e il sommerso in cui è lasciato in Italia il sex work fa sì che per queste lavoratrici e lavoratori non siano previste cassaintegrazione e altre forme di sostegno. Ciò, come denunciato da più parti e dalle stesse associazioni di sex worker (tra cui l’Icrse – Comitato internazionale per i diritti dei sex worker in Europa, e la Rete europea per i diritti delle/dei sex worker migranti Tampep) , sta creando situazioni di disagio in ogni città.
Con grande senso di responsabilità e in ottemperanza delle regole di distanziamento sociale imposte dallo Stato, le/i sex worker di San Berillo hanno deciso al momento di non ricevere più clienti per non esporsi e non esporli al contagio. L’assenza di sostentamento economico che questa decisione comporta preoccupa per le più svariate ragioni di salute ed umane .
Per tutti questi motivi, Arcigay Catania ha deciso di agire, chiedendovi di aggiungervi all’istanza solidaristica dalla stessa promossa, col contributo che vorrete, e di unirvi alla lotta perché nessun* sia lasciato indietro. Certi e certe, come siamo, che questa pandemia si sconfigga solo tutt* insieme!».
Raggiunto telefonicamente, Giovanni Caloggero, presidente di Arcigay Catania, ha dichiarato a Gaynews: «Arcigay Catania ha voluto essere ancora una volta vicina alle ragazze che vivono e lavorano a San Berillo e che in questo momento hanno ovviamente delle ricadute economiche estremamente negative che non vorremmo dovessero spingerle a riprendere la loro attività di sex workers. Non dimentichiamo infatti il Pride organizzato nel 2017 proprio in questo quartiere con l’indispensabile aiuto e collaborazione di queste persone, peraltro sempre presenti ai nostri pride. Figura fondamentale è Franchina che in questo periodo con mezzi propri prepara e distribuisce pasti per le persone del quartiere, personaggio incredibilmente umano e ricco di valori.
Così noi vogliamo testimoniare il nostro affetto e riconoscenza, nonché attestare il nostro rifiuto deciso verso lo stigma che bolla le sex worker, frutto di una mentalità piccolo borghese distante da quella umanità che in particolare richiedono questi tempi assai difficili».