Venerdì 16 aprile l’Alta Commissaria delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet, ha reso noto come l’Onu, dopo aver messo in guardia sul rischio che l’attuale pandemia aumenti il razzismo e le discriminazioni, abbia lanciato un appello perché, in particolare, gli Stati garantiscano la non discriminazione nei confronti delle persone Lgbti+. Appello concretatosi nella specifica nota orientativa Covid-19 and the human rights of Lgbti people, con cui s’invitano gli Stati membro e le altri parti interessate a svolgere un’azione chiara e decisa per garantire l’accesso ai servizi sanitari, il proseguimento e non ritardo di trattamenti come quello ormonale per le persone trans o quello relativo all’Hiv per soggetti positivi (ma anche i relativi test diagnostici), i mezzi di sussistenza e combattere violenza domestica, abusi, stigmatizzazione, discriminazione, discorsi d’odio e attacchi alle persone Lgbti in tempo di pandemia.
«Le persone Lgbti – ha dichiarato l’ex presidente del Cile – sono tra le più vulnerabili ed emarginate in molte società e tra quelle più a rischio per Covid-19. Nei Paesi in cui le relazioni tra persone dello stesso sesso sono criminalizzate o le persone trans sono prese di mira, esse potrebbero anche non cercare un trattamento per paura di essere arrestate o sottoposte a violenza. Sappiamo che gli sforzi per combattere la pandemia funzioneranno solo se i diritti di tutti alla vita e alla salute sono protetti. Per le persone Lgbti ciò significa identificare e affrontare gli ambiti di particolare vulnerabilità, assicurando che non siano discriminate e trovare soluzioni adeguate. Significa anche assicurarsi che le loro voci siano ascoltate».
Inoltre Bachelet ha rilevato come sia necessario che le misure introdotte per mitigare l’impatto economico della crisi tengano pienamente conto delle persone Lgbti, avendo queste maggiori probabilità di essere disoccupate e vivere in povertà rispetto alla popolazione generale.
Infine l’Alta Commissaria per i diritti umani ha ricordato che, a causa del lockdown, sono specialmente le persone Lgbti più giovani a essere costrette in ambienti familiari ostili. «Tutto ciò – ha detto Bachelet – aumenta la loro esposizione alla violenza, all’ansia e alla depressione. È essenziale che i servizi di sostegno e le strutture d’accoglienza rimangano dunque disponibili durante questo periodo».