Continua a montare in Turchia la polemica tra associazioni legali ed erdoganiani per le parole pronunciate il 24 aprile, primo giorno di Ramadan, dall’imām Ali Erbaş. Nel sermone di venerdì l’influente presidente del Direttorato degli Affari religiosi (Diyanet İşleri Başkanlığı) ha dichiarato che «l’Islam condanna l’omosessualità perché causa malattie e corrompe le generazioni». Collegandola all’adulterio e alla diffusione dell’Hiv, ha quindi lanciato l’appello: «Vieni a combattere insieme per proteggere le persone da tale male».
تحدث في خطبته عن حرمة الزنا وتجريم المثلية الجنسية فهاجمته المعارضة وجيّشت إعلامها ضده ولكن سرعان ما جاء الرد من الرئيس #أردوغان نفسه.#AliErbasYalnizDegildir pic.twitter.com/JZdPLwlkH5
— الاسطنبولي (@istanbulli1453) April 27, 2020
Immediata la reazione dell’Ordine degli avvocati di Ankara, per il quale le parole di Erbaş «giungono da secoli fa» e sono contrarie alla dignità umana. Ma l’ex ministro del Turismo Ömer Çelik, a nome dell’Akp, ha replicato su Twitter: «È il diritto più naturale per le persone parlare secondo il sistema di valori in cui credono. Ciò che è anormale è chiedere il contrario». Ha quindi accusando l’Ordine degli avvocati di Ankara di «mentalità fascista», cercando di privare Erbas del diritto alla libertà di parola.
Gli ha hatto eco il portavoce presidenziale İbrahim Kalın , che, utilizzando come Çelik l’hashtag #AliErbasYalnizDegildir (Ali Erbas non è solo), ha affermato che l’imām ha espresso un «giudizio divino».
Zamanı ve mekanı yaratan Allah’ın hükmüne dil uzatanlar bu dünyada da ahirette de hüsrandadır.
İlahi hükmü dile getiren
#AliErbasyanlızdeğildir— Ibrahim Kalin (@ikalin1) April 26, 2020
L’hastag è diventato virale alla pari di quello usato da associazioni Lgbt+ e per i diritti umani: #LGBTHaklariInsanHaklaridir (I diritti lgbt sono diritti umani).
Intanto ieri la Procura di Ankara ha avviato un’indagine contro l’Ordine degli avvocati di Ankara con l’accusa di «offesa ai valori religiosi di parte del popolo turco». Come denunciato dall’Ordine degli avvocati di Smirne, c’è il rischio che le dichiarazioni di Erbaş e le susseguenti polemiche possano portare a una recrudescenza di violenza verso le persone Lgbt+.
A surriscaldare ulteriormente gli animi ci ha pensato ieri sera il presidente Recep Tayyip Erdoğan che, durante il discorso alla nazione per l’emergenza Covid-19, ha dichiarato che quanto detto da Erbas «è assolutamente giusto per chi si ritiene un musulmano». Ha quindi aggiunto che gli attacchi al presidente del Diyanet sono «attacchi all’Islam».
Diyanet İşleri Başkanımıza yapılan saldırı aslında İslam’a yapılmış bir saldırıdır.#TürkiyeyleGururDuyuyorum #AliErbasYalnizDegildir #lgbthaklarıinsanhaklarıdır pic.twitter.com/34kdp7qKuX
— SON LAİK BÜKÜCÜ ?? (@TheLaikYobaz) April 27, 2020