«Muccassassina non si ferma nonostante il Covid-19. Ma continua con la sua musica, nuove forme d’intrattenimento digitale e finalità solidali». Ad affermarlo ai nostri microfoni Diego Longobardi, direttore artistico della storica serata dancing Lgbt della capitale, giunta quest’anno alla 30° stagione e lanciata, nel 1991, come evento di autofinanziamento del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli.
Isolamento per il Covid-19 e Muccassassina: come coesistono le due cose?
Prima di tutto con grande impegno e passione per dimostrare, in questo momento critico, che l’enorme assembramento festoso, per antonomasia, della capitale può e deve essere alternativo e vicino al suo pubblico.
Oggi quello della prossimità resta il problema nodale per tutti i luoghi d’incontro. Muccassassina si rende appunto prossima in maniera virtuale. Come consideri quest’esperienza e quali sono le novità per il futuro?
In un periodo così difficile, sicuramente formativa per nuove idee e proposte d’intrattenimento. Siamo stati, penso, il primo club in Europa a trasmettere in diretta quattro giorni dopo l’inizio del lockdown. D’altronde in tempi di guerra non si è mai rinunciato a trovare forme alternative per tirar su il morale di chi era in prima linea. Lo racconta la storia, non io.
Muccassassina, da sempre, non è solo divertimento ma anche un luogo dove le grandi questioni sociali sono messe in risalto coinvolgendo l’intera comunità Lgbti e non. Quali iniziative avete intrapreso nella lotta contro il Covid-19?
Il vero primo motivo, che ci ha spinto a continuare le nostre serate sull’online, è stata la sensibilizzazione del nostro pubblico alle attività dell’Ospedale Lazzaro Spallanzani e la destinazione di fondi raccolti a tale scopo. Si tratta di un centro di eccellenza, che è in prima linea nella lotta al Covid-19 ed è da sempre un luogo di riferimento per la comunità Lgbt romana e non solo. Le dirette possono essere seguite sui nostri canali social YouTube, Facebook, Twitch e Instagram.
Secondo te la comunità Lgbti come sta vivendo questo duraturo stato di isolamento ?
Lo vive come il resto della popolazione: con apprensione e partecipazione. D’altra parte, la nostra comunità ha affrontato tanti altri “mostri” in passato.
Teatri, cinema, discoteche e altri luoghi di ritrovo sono fortemente penalizzati da questa situazione. Che cosa c’è da fare?
Sicuramente dovranno svilupparsi ed essere messe a punto altre forme d’intrattenimento e nuove proposte artistiche da aggiungere a quelle che tutti conosciamo e amiamo. Questa storia non finirà presto lo abbaiamo capito tutti.