Tra le situazioni di criticità, correlate all’epidemia da Covid-19, c’è da segnalare quella delle sex worker costrette dai vari decreti nazionali e regionali a non poter più procacciarsi il necessario per vivere ed escluse da tutti gli ammortizzatori sociali previsti dal Governo Italiano.
«Chiuse in casa – ricordava, giorni fa, Carmen Bertolazzi, componente del direttivo del Mit – Movimento Identità Trans e presidente di Ora d’Aria Onlus – non sanno come mantenersi, pagare l’affitto, le bollette e per loro non esistono i paracaduti sociali, soprattutto se straniere e non in regola con il permesso di soggiorno. Molte sono state sfrattate, vivono per strada, in situazione promiscua e non possono oggettivamente rispettare le regole di prevenzione per il Covid-19 mettendo a rischio la propria salute e vita».
In questa condizione si trova da settimane anche una ventina di sex worker transgender latino-americane, che lavoravano sul litorale romano prima dello scoppio dell’epidemia e, senza più clienti, si sono alla fine rivolte alla parrocchia Beata Vergine Immacolata di Torvaianica.
Qui hanno trovato la comprensione e l’aiuto del parroco, don Andrea Conocchia, che, il 4 aprile, ha informato della situazione il vescovo di Albano Marcello Semeraro.
«Poi – racconta a Gaynews il sacerdote – ho detto a queste amiche e sorelle, di cui alcune sono argentine, di scrivere a Papa Francesco. Lettere bellissime, redatte in spagnolo, in cui hanno raccontato le loro storie di solitudine, di allontanamento dalle famiglie, di discriminazione, di prostituzione, in alcuni casi, in giovanissima età. Una di loro, ad esempio, ha iniziato a 14 anni e, da allora, sono passati 30 anni. Ma anche storie di fede e di profonda devozione mariana con richieste al Papa di pregare per loro, assicurando che loro lo facevano per lui».
Don Andrea Conocchia ha fatto allora recapitare queste lettere al cardinale Konrad Krajewski, elemosiniere del Papa, che ha informato Francesco. Ed ecco, nei giorni scorsi, arrivare la risposta del Papa attraverso una «offerta in denaro per pagare bollette, saldare l’affitto di casa o comprare generi di prima necessità. Un gesto che mostra ancora una volta come per il Papa a contare siano la persone: guarda ai sostantivi e non agli aggettivi. E che ricorda a noi preti come il cuore del messaggio evangelico sia la misericordia».
Ma quale è stata la reazione delle sex worker transgender? «Il loro stupore e la loro gioia – continua don Andrea – sono state indescrivibili. Hanno voluto ringraziare Papa Francesco con un messaggio audio in spagnolo, registrato da tre di loro a nome di tutte: Muchas gracias, Papa Francisco. Dios te bendiga, gracias por todos. Mill bendiciones, que la Virgen te proteja».
L’audio è stato inoltrato via WhatsApp al cardinale Krajewski, per farlo ascoltare al Papa.