Dopo la campagna di outing lanciata, a metà aprile da, Sofia Taloni, influencer di origine marocchina ma residente in Turchia, che ha colpito l’intera comunità Lgbt+ in Marocco e a seguito della quale giovani sono stati cacciati di casa o hanno perso il lavoro e un 21enne si è suicidato, è nato il movimento di liberazione internazionale #Queer_Revolution_Morocco.
A fondarlo Mala Badi, ragazza trans costretta a fuggire dal Marocco, il cui appello è stato accolto da giovani residenti sia nel Paese nordafricano sia all’estero, che hanno aderito alla rete per esercitare pressioni su Rabat affinché si abroghino leggi discriminatorie per le persone Lgbt+.
Per questo motivo Qrm ha indirizzato una specifica petizione a Governo, Parlamento, associazioni per i diritti umani e società civile marocchina, ricordando loro che «in un contesto segnato dalla criminalizzazione delle relazioni dello stesso genere, a causa della legge coloniale 489, che manda ogni anno centinaia di trans, gay e, lesbiche in prigione, un’istituzione terribilmente violenta e li condanna a subire processi iniqui che causano discriminazione, oppressione e violenza.
I membri della comunità queer in Marocco vivono condizioni di vita veramente dure che sono peggiorate dall’attuale campagna di diffamazione, lanciata da persone che danno loro la caccia nei siti d’incontri per poi fargli outing. La campagna continua sotto il completo silenzio dello Stato e della società civile. L’impatto della transfobia, dell’omofobia e della putofobia è molto severo a causa delle attuali condizioni sanitarie e sociali legate al Coronavirus. Chiediamo un’azione nazionale per porre fine a queste violazioni con mezzi adeguati».
Nella petizione, lanciata sulla piattaforma internazionale All Out, si chiedono «l’eliminazione di tutti gli articoli del Codice penale che criminalizzano trans*, gay, lesbiche e sex workers in Marocco. Sicurezza fisica e psicologica per i/le sex workers. Misure efficaci contro violenze, minacce, incitamenti alla violenza e molestie basate sull’orientamento sessuale, l’identità e l’espressione di genere in tutti gli aspetti della vita, inclusa la famiglia. Migliore accesso alle cure mediche, garantendo la salute sessuale e la prevenzione ed eliminando di tutte le forme di discriminazione».
Come ricordava giorni fa a Gaynews Adam Aloui, giovane italo-marocchino e rappresentante di Qrm in Italia, «Ciò che sta avvenendo in Marocco è uno scandalo. Stiamo assistendo ad una campagna d’odio senza precedenti. Quello che ha fatto Sofia è vergognoso e crudele, dal momento che ha tradito l’intera comunità Lgbt+ marocchina. Io stesso mi sono sentito tradito da lei, soprattutto perché ha dichiarato che il Marocco non dovrebbe mai depenalizzare l’omosessualità. Già prima la comunità Lgbt+ marocchina aveva paura di vivere liberamente per il clima omofobico del paese e una legge che li punisce. Con questa caccia ai gay e con la quarantena, per loro vivere sarà ancora più difficile».