Il 30 aprile Madona Kiparoidze, sex worker transgender georgiana, si è data fuoco davanti al Municipio di Tbilisi, per protestare contro l’immobilità e il disinteressamento del Governo verso le persone trans durante la crisi sanitaria da Covid-19.
Madona stava partecipando a una manifestazione organizzata da un gruppo di donne transgender per chiedere sostegni statali, quando ha dato fuoco alla giacca che indossava e ha iniziato a correre urlando. Agenti di polizia, presenti sul posto, sono riusciti a toglierle il capo di vestiario in fiamme e a salvarla.
Prima di essere arrestata, Madona ha gridato: «Sono una donna transgender e mi sto dando fuoco perché lo Stato georgiano non si interessa di me». Trasportata in ospedale per le ustioni riportate, sembrerebbe non essere in condizioni critiche.
Subito dopo Tamaz Sozashvili, co-fondatore del Tbilisi Pride, ha rilevato in un tweet come la donna transgender avesse tentato di suicidarsi di fronte al Municipio della capitale «per protestare contro l’immobilità e l’ignoranza del Governo nei loro confronti durante la crisi del Covid-19. Le persone trans sono tra i gruppi più vulnerabili in Georgia».
Today, trans woman tried to commit a sucide in front of #Tbilisi City Hall to protest @GovernmentGeo‘s immobility and ignorance towards them during #Covid19 crisis.
Trans people are among most vulnerable groups in #Georgia@kakhakala @HumanRightsGeo#HumanRights #LGBT #Equality pic.twitter.com/X9YEKkaTN6
— Tamaz Sozashvili (@TamazSozashvili) April 30, 2020
Nel Paese caucasico fortemente conservatore, che ha visto, lo scorso anno, la sede del Tbilisi Pride attaccata e sacerdoti ortodossi protestare con nazionalisti di estrema destra contro la marcia dell’orgoglio Lgbti, le persone transgender sono vittime di maggiori discriminazioni e stigma sociale anche per la mancanza di qualsivoglia riconoscimento legale del cambio di genere. Allontanate dalle famiglie come disonorevoli e senza alcun accesso al lavoro regolare, sono costrette, come avviene in molti Paesi, a prostituirsi per guadagnarsi da vivere.
Le rigide regole di blocco, incluso il coprifuoco notturno, che il Governo ha imposto per contenere la diffusione del Covid-19, hanno privato di entrate la quasi totalità di esse, che si trovano nell’impossibilità di pagare l’affitto e non possono rientrare presso le famiglie da cui sono state bandite.
«Ero così affamata – ha raccontato ieri Madona Kiparoidze – che sono andata alla ricerca di avanzi. Alla fine ho capito che potevo morire. Ero un po’ orgogliosa e non potevo chiedere aiuto: ho scelto così di mangiare pane preso dalla spazzatura».