Nella tarda serata d’ieri il Bundestag ha approvato il disegno di legge che, proposto dal ministero federale della Salute Jens Spahn (Cdu), vieta le terapie di conversione o riorientamento sessuale su minori di 18 anni.
«L’omosessualità non è una malattia – aveva dichiarto il 4 novembre Spahn, che è dichiaratmente omosessuale – Pertanto, anche il termine terapia è fuorviante. Questa pratica rende malato e non sano. E un divieto è anche un segnale sociale importante per chiunque abbia difficoltà con la propria omosessualità: stai bene così come sei».
La legge vieta le terapie di conversione su minori di 18 anni. Previste pene fino a un anno di carcere per chi le pratica su soggetti minorenni e costringe, inganna o minaccia maggiorenni a sottoporvisi. La pubblicità o l’offerta di terapia di conversione comporteranno, invece, una multa di 30.000 euro.
A votare a favore della norma, sostenuta apertamente dalla cancelliera Angela Merkel, Christlich-Demokratische Union Deutschlands (Cdu), Sozialdemokratische Partei Deutschlands (SpD) e Freie Demokratische Partei (Fdp). Si è invece astenuto, tranne un solo voto contrario, il partito di estrema destra Alternative für Deutschland (AfD), la cui leader Alice Weidel è dichiaratamente lesbica.
Ad astenersi anche Verdi (Bündnis 90/Die Grünen) e Sinistra (Die Linke), secondo i quali la norma dovrebbe tutelare anche “giovani adulti” e portare conseguentemente il limite d’età a 26 (Verdi) o 27 anni (Sinistra).
Prima della votazione Spahn ha spiegato che il non aver esteso il divieto di pratiche su soggetti d’età compresa tra i 18 e i 26/27 anni era dovuto unicamente alla volontà di evitare bocciature da parte della Corte Costituzionale federale in caso di contestazione.
«I minori sono costretti a terapie di conversione – ha aggiunto Spahn – e quindi è molto importante che trovino un supporto attraverso questa legge: un chiaro segnale che lo Stato non vuole che ciò accada».