«Volevo condividere con voi cosa mi è successo ieri sera! In un momento come questo dove diciamo che ci manca stare con amici e vedere persone spesso c’è ancora più odio! Il bullismo é terribile e i preconcetti ancora di più! Sono stufo».
Con questo parole Marco Ferrero, in arte Iconize, ha denunciato su Instagram l’aggressione omofoba, di cui è stato vittima ieri sera a Milano da parte di tre ragazzi. Nel relativo video l’influencer con un occhio destro visibilmente gonfio ha raccontato: «Ieri sera sono uscito con il mio cane a fare una passeggiata. Tre ragazzi mi hanno fermato per chiedermi una sigaretta. Io ho detto che la sigaretta non ce l’avevo. Uno di loro mi ha urlato: Frocio. Io ho risposto, perché non ho timore né paura: Sono felicissimo di essere quello che sono e di dove sono arrivato. Uno però si è girato e mi ha tirato un pugno. Sono rimasto sotto shock, loro tre sono scappati».
Immediata la reazione del deputato dem Alessandro Zan, relatore della proposta di legge contro l’omotransfobia, che in un comunicato ha scritto: «Esprimo la mia solidarietà a Marco Ferrero, influencer di successo in arte Iconize, che ieri sera a Milano ha subito una violenta aggressione fisica da parte di un gruppo di ragazzi durante una passeggiata. E lo ringrazio per aver avuto la forza e il coraggio di denunciare pubblicamente questa ennesima aggressione a sfondo omofobico.
Il suo è stato un gesto generoso: un esempio per moltissime ragazze e moltissimi ragazzi che quotidianamente subiscono violenze e discriminazioni, e che, come lo stesso Marco ha sottolineato nel video di denuncia, troppo spesso rimangono in silenzio, convinti dall’odio omotransfobico che essere gay, lesbica o trans sia sbagliato, sia qualcosa di cui vergognarsi. Chi sferra un pugno a un’altra persona in quanto omosessuale è un criminale, ma in Italia ancora non può essere perseguito per ciò che realmente ha commesso, ovvero una violenza omofobica.
Domenica prossima, il 17 maggio, si celebrerà la Giornata internazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia. Il nostro Paese per l’ennesimo anno arriva a questa data senza una legge di contrasto all’odio omotransfobico, ultimo tra i grandi Paesi occidentali. È un ritardo che si protrae ormai da decenni e che diventa sempre più intollerabile. Mi appello ai miei colleghi parlamentari, affinché alla ripresa dell’ordinaria attività legislativa, si approvi senza ulteriori intoppi il disegno di legge già in discussione in Commissione Giustizia e bloccato dall’emergenza Covid. Lo Stato deve schierarsi, deve far capire da che parte sta: l’omotransfobia è la malattia, e il criminale è chi sferra un pugno urlando “frocio”. È tempo di dire basta».
Gli ha fatto eco il sottosegretario agli Affari esteri e alla Cooperazione internazionale, Ivan Scalfarotto, che a Gaynews ha dichiarato: «Sono anni che aspettiamo una legge contro l’omotransfobia: a questo punto non ci sono veramente più scuse. C’è da dire che le censurabili esitazioni e tentennamenti sulla regolarizzazione degli immigrati irregolari in agricoltura fanno temere un atteggiamento rinunciatario o addirittura negativo sul tema dei diritti e della dignità delle persone. Le forze di maggioranza tutte, a partire dalle principali, si facciano subito promotrici e garanti dell’approvazione di un provvedimento di civiltà che davvero non può più attendere.»