È da ieri nelle librerie Italia Arcobaleno. Luoghi, personaggi e itinerari storico-culturali LGBT, nuovo e interessante lavoro che Giovanni Dall’Orto, studioso e storico di cultura Lgbt, ha realizzato con l’illustratore e fumettista Massimo Basili per i tipi Sonda. Italia Arcobaleno è una vera e propria guida storico-culturale che accompagna lettori e lettrici nei luoghi rappresentativi della cultura Lgbt italiana, soffermandosi sui monumenti e sui tesori artistici più emozionanti e insoliti del turismo rainbow. Leggendo questo volume, potremo partire dunque alla scoperta di Firenze, Milano, Roma, Torino e Venezia con indirizzi precisi e informazioni storicamente accurate, arricchite di aneddoti, citazioni e curiosità.
Per ogni città Dall’Orto e Basili hanno elaborato diversi percorsi tematici e itinerari funzionale a una visita esaustiva dei luoghi, una visita arcobaleno, ovviamente. Come ogni guida che si rispetti, questo libro è anche corredato da più di 100 immagini tra illustrazioni e foto a colori Per saperne di più su Italia Arcobaleno, abbiamo raggiunto telefonicamente Giovanni Dall’Orto.
Quando ha avuto l’idea di scrivere Italia Arcobaleno?
Ho iniziato a lavorare a questa idea circa 25 anni fa. Doveva uscire per la casa editrice della rivista Babilonia, ma poi la rivista cambiò proprietario e non se ne fece più nulla. Da allora non avevo più trovato nessun editore interessato al libro, fino a quando quasi per caso è venuto fuori che le Edizioni Sonda, con cui avevo già pubblicato, lo erano. Diciamo che da parte loro è stato un atto di coraggio, perché l’idea della guida turistica gay di per sé è tutt’altro che nuova, visto che all’estero ne esistono da decenni, però in Italia è la prima volta che ne appare una. Quindi l’editore ha osato.
Lei è autore di diversi libri con cui hai diffuso nel grande pubblico la cultura omosessuale. Qual è il valore aggiunto di questo testo, rispetto ai precedenti?
È vero, io ho già scritto diversi libri “regolari” sulla cultura e storia dell’omosessualità, intendo dire libri in cui la narrazione avviene in ordine cronologico e l’autore spiega al lettore l’evoluzione. Tuattavia in passato, facendo conferenze sulla storia dell’omosessualità, mi ero reso conto del fatto che era più facile catturare l’attenzione, ed anzi, “intrigare” chi ascoltava, presentando luoghi, oggetti, opere d’arte, che chi mi ascoltava sapeva di potere toccare con mano, visitare, vedere di persona. Era un po’ come se questi oggetti tangibili facessero da tramite con le persone di cui parlavamo, dimostrandoci che erano esistite per davvero, che non erano personaggi immaginari. Nell’epoca di Internet si finisce per visualizzare i personaggi storici nello stesso spazio mentali dei Pokémon e a quelli di Guerre stellari: quello dei personaggi che non sono vivi. Insomma: in questo caso il fatto di “toccare con mano” o di “vedere coi propri occhi” fa la differenza. Per questo motivo ho fatto un lavoro di selezione del materiale documentario, edito e inedito, che ho raccolto in 40 anni di ricerche, scegliendo quello che fosse collegato a un luogo o a un’opera d’arte che mi fosse possibile descrivere e commentare, rivelandone i legami con episodi storici a carattere omosessuale.
Il materiale che ha raccolto è relativo solo all’omosessualità maschile o fa riferimento anche all’omosessualità femminile?
Il materiale è in prevalenza relativo all’omosessualità maschile: il fatto che il lesbismo in passato non fosse ufficialmente perseguito per legge ha permesso a molte donne che amavano altre donne di non finire sul rogo, e questo fu un bene per loro, tuttavia le ha anche condannate a un’oscurità storica che era intenzionale. Era un modo per dire che la sessualità delle donne non aveva nessuna importanza, sia che fosse regolare sia che fosse “diversa”, fino a che non si infrangeva il possesso che il padre-padrone o marito-padrone rivendicava sul loro corpo. Lo stesso si dica delle persone trans: ho inserito i due o tre casi storici che sono riuscito a infilare nella narrazione, ma sulla realtà trans del passato non direi proprio che la documentazione sia abbondante. Comunque, mi sono sforzato di inserire quanto più potessi di queste realtà sottovalutate.
Quali città ha scelto di indagare nel suo viaggio arcobaleno?
Ho scelto cinque città del centro-nord (con la segreta speranza di potere fare un giorno il seguito con il centro-sud) e le ho divise in due o tre itinerari ciascuna: Torino, Milano, Venezia, Firenze e Roma. Sono le città che intercettano la massima parte del turismo in Italia, scelte fra quelle in cui la documentazione storica era più ricca. Spero che questa proposta piaccia perché, volendo, nel computer ho già il materiale per scrivere il secondo volume, per parlare di Napoli, Palermo, Taormina, Capri…
Sono percorsi che potremo concretamente seguire, appena torneremo a viaggiare?
Gli itinerari sono realmente percorribili, se lo si desidera, io stesso ne ho organizzati alcuni negli anni passati durante i Pride, e devo dire che il riscontro è stato sempre positivo. Ovviamente perché fossero percorribili ho dovuto scegliere le tappe in modo che fossero vicine fra loro, e questo mi ha costretto a tagliare fuori luoghi ed eventi che fossero troppo “fuori mano”. Ma anche così, ho avuto il problema di avere troppo materiale per le mani piuttosto che quello di averne troppo poco. Ovviamente, durante questo periodo di Coronavirus, in cui non sappiamo nemmeno se la stagione turistica 2020 ci sarà, la possibilità di sperimentare di persona questi itinerari è piuttosto dubbia. Ma tutto sommato la cosa non è grave, perché quelli della guida sono anche e soprattutto itinerari virtuali. Sono percorsi da fare con la mente, prima che fisicamente. La mia idea non è mai stata infatti che si rinunci a visitare un capolavoro, magari conservato in un museo di cui parlo, solo perché non è nel mio itinerario. La mia idea è esattamente inversa: già che si entra nel museo X per vedere il capolavoro Y, io vi segnalo che nella stanza tal de’ tali, in un angolino che magari è oscuro e passa inosservato, esiste la tale opera che ha un’interessante storia a carattere omosessuale. Magari il tema è a carattere omosessuale (quanti di noi oggi conoscono il mito e quindi la tematica lesbica che sta dietro a un quadro con Giove e Callisto?), oppure la persona ritratta era amante di chi ha creato l’opera, o del committente, oppure era un personaggio celebre alla sua epoca per i suoi amori “non conformi”… E così via.
Dunque, possiamo affermare che Italia Arcobaleno è un testo che vuole intercettare una platea di lettori molto ampia, quasi una platea “di massa”?
Rispetto agli altri miei libri più “accademici” ho raccontare più aneddoti, più storie di vita, fatterelli, usando un linguaggio giornalistico e quindi scorrevole. Non perché volessi fare “pettegolezzo storico”, ma perché il mio obiettivo era permettere a tutti di sapere due cose che gli storici sanno già: primo, che la realtà omosessuale ha sempre fatto parte del tessuto della società e della nostra civiltà, e non è affatto una “costruzione storica” dell’Ottocento, come è oggi di moda dire; secondo, che quando parliamo di storia parliamo di persone come noi, che avevano emozioni speranze e paure proprio come noi.
Il libro è scritto insieme a Massimo Basili. Come avete organizzato il lavoro?
Accanto al mio lavoro c’è stato quello di Massimo Basili, disegnatore e fumettista nonché amico da moltissimi anni, che ha ricostruito grazie alla sua fantasia scene ed episodi su cui fino ad oggi non esisteva nessuna immagine. Confesso che ci siamo anche un po’ divertiti, per esempio quando lui ha disegnato Leonardo da Vinci mentre ritrae il Salaì completamente nudo, o il Caravaggio che mette in posa il modello dell’Amore vincitore, oppure una scena di “battuage” al Mercato Nuovo di Firenze nel Cinquecento (scena che non mi sono inventato io: è descritta minuziosamente in una poesia dell’epoca, che cito nel testo). Spero che divertano anche i lettori quanto hanno divertito noi e che diventino “meme”.