Ennesimo attacco ieri di Mario Adinolfi in materia di omogenitorialità correlata, questa volta, al testo di legge, di cui è relatore Alessandro Zan. Il leader del Popolo della Famiglia ha infatti agitato il fantasma dell’arresto per chi come lui ritiene l’omogenitorialità un “abominio ideologico”.
Cosa del tutto destituita di fondamento perché non ci sarà nessun reato d’opinione, come ribadito dai vari esperti ed esperte audite in Commissione Giustizia e come chiaramente detto dallo stesso Zan in un’intervista per Gaynews. Innumerevoli le reazioni di protesta al post di Adinolfi, come documentato dal quotidiano online Open. Su omogenitorialità e altri temi abbiamo fatto il punto della situazione con Gianfranco Goretti, presidente di Famiglie Arcobaleno, a partire dal rogo di San Giuliano (Pi).
È stata bruciata alcuni giorni fa una bandiera di Famiglie Arcobaleno. Di che cosa è indice, a suo parere, un tale gesto?
La bandiera bruciata in Toscana è indice di intolleranza, omofobia, difficoltà a vivere con le differenze. È un segno brutto dei nostri tempi, perché chi fa questi gesti recepisce anche dei messaggi orrendi che arrivano dalla politica. È indubbio che il dibattito intorno alle persone Lgbti+ e, in particolare, all’omogenitorialità è sempre acceso: ciò fa sì che alcuni esponenti politici ne approfittino per parlare alla pancia della gente. È poi un brutto segnale, perché successo in un paesino della Toscana, di cui uno dei due papà è originario: era tornato a viverci sentendosi protetto. Questo lo shock più grande.
È iniziata la Fase 3. Come hanno vissuto il periodo del lockdown le famiglie arcobaleno e quali le criticità per loro emerse in questo periodo?
Le famiglie arcobaleno hanno vissuto le stesse difficoltà delle altre con qualche problema in più. A iniziare da quello, per genitori separati non riconosciuti, di poter ricongiungersi coi propri figli: è stato infatti difficile giustificare lo spostamento di una persona adulta, che diceva di andare a trovare un figlio che non risultava tale. C’è stato poi il problema del congedo parentale per genitori riconosciuti, che abbiamo risolto con l’Inps, ma soprattutto per quelli non riconosciuti.
Nei mesi scorsi abbiamo assistito a sentenze contrastanti in materia di omogenitorialità. Qual è il suo parere in merito?
Abbiamo avuto sentenze contrastanti. Noi abbiamo intrapreso questa via giudiziaria attraverso i ricorsi ai tribunali cercando di andare a ottenere il riconoscimento dei nostri bambini e bambine. L’interpretazione di questi percorsi è stata diversa a seconda dei tribunali cui ci rivolgevamo. La Cassazione ha dato alcuni pareri negativi ma anche uno altamente positivo con l’ordinanza del 29 aprile. È ovvio però che la strada giudiziaria non è per tutti perché prevede delle spese. Bisogna sempre più puntare su una legislazione nazionale, che riconosca i figli alla nascita e riconosca quelli già nati.
Ci si avvicina all’arrivo in Aula del testo di legge contro l’omotransfobia. Qual è la posizione di Famiglie Arcobaleno al riguardo?
Rispetto alla legge ritengo che si tratta di una misura buona e necessaria per il nostro Paese. Al di là dei vari contenuti, che la caratterizzeranno e che conosceremo appieno soltanto attraverso il testo base, è un segnale importantissimo: significa riconoscere che in Italia c’è un’emergenza omotransfobica e l’approvazione di una legge atta a contrastarla permette di affermare, senza tema di smentita, che la discriminazione verso le persone Lgbti esiste. Una legge è dunque necessaria e spero che ci si arrivi presto.