Ancora espressioni insultanti di matrice omofobica. A esserne questa volta vittima il consigliere di Antinoo Arcigay Napoli, Antonello Sannino, che ha subito, il 10 giugno, un’aggressione verbale social da parte di un fotoreporter campano. Questi, contestando a Sannino l’uso improprio di una sua foto (circostanza risalente al 2014), l’ha reiteratamente apostrofato con espressioni omofobiche e sessiste durante una telefonata trasmessa in diretta dal suo account Facebook, senza aver avvertito Sannino del carattere “pubblico” della conversazione.
A prescindere dalle recriminazioni specifiche e dal fatto che è scorretto rendere pubbliche conversazioni telefoniche senza che l’interessato ne sia a conoscenza, il fotoreporter ha più volte declinato il concetto che Sannino “fa il frocio con il culo degli altri” oltre a numerose battute insultanti con riferimento all’essere omosessuale.
Non si può certamente definire casuale l’uso di una tale espressione in riferimento a Sannino, essendo noto il suo ruolo di leader della comunità Lgbt+ e, oltre a suscitare l’indignazione dell’intero direttivo di Antinoo Arcigay Napoli che ha prontmente espresso solidarietà al suo consigliere, indicano più che mai la necessità di leggi che tutelino le persone Lgbt+.
Infine, il direttivo di Antinoo Arcigay Napoli si è unito ad Antonello Sannino nel chiedere all’Ordine dei Giornalisti di esprimersi in merito a questa circostanza con la consapevolezza che è inaccettabile nel 2020, continuare ad ascoltare espressioni cariche di omofobia e sessismo.
Relativamente a questa richiesta, l’Ordine dei giornalisti della Campania è intervenuto nel pomeriggio, ha denunciato il comportamento «non deontologico» e segnala al Consiglio di disciplina il giornalista pubblicista Salvatore Sparavigna che, sulla sua pagina Facebook, ha utilizzato parole discriminatorie nei confronti di Antonello Sannino, insultando pesantemente anche la giornalista di Metropolis Giovanna Salvati.
«L’Ordine della Campania – si legge in una nota dell’Odg regionale -, attraverso il lavoro della commissione Pari Opportunità composta da 15 giornaliste, svolge una dura battaglia nei confronti di chi abusa della professione utilizzando impropriamente i social network». «Il giornalista che scrive, pubblica contenuti o effettua dirette sui social ha una responsabilità maggiore e il titolo di giornalista non legittima comportamenti offensivi della dignità altrui», sostiene Titti Improta, presidente della commissione Pari Opportunità e segretario dell’Ordine. «Intollerabile – aggiunge il presidente dell’Ordine Ottavio Lucarelli – che i giornalisti insultino e utilizzino parole di discriminazione sessista o razzista».