Un unico Pride virtuale e diffuso a livello mondiale quello che ha interessato il 27 e il 28 giugno in occasione del 51° anniversario dei moti di Stonewall con gli interventi online di Vladimir Luxuria per il Molise Pride e di Tiziano Ferro per il Lazio Pride.
Ma non solo. Perché, a partire da Napoli col flashmob in piazza del Plebiscito, Roma col presidio di Agedo che ha gridato lo slogan della campagna nazionale Da’ voce al rispetto e Pescara con l’Abruzzo Pride stanziale (in concomitanza del quale un 25enne gay è stato pestato a sangue, nelle vicinanze, da sette giovani), non sono mancate le manifestazioni di piazza ispirate, a iniziare dal nome, alle tradizionali marce dell’orgoglio Lgbti+.
Oltre a quelle già menzionate è da segnalare il B-Side Pride del 27 giugno che si è posto, nei temini di peculiarità, come inizio – e non già come soluzione di continuità – degli eventi anniversari bolognesi, conclusisi col Pride del 28 giugno ai Giardini Margherita.
Migliaia le persone che hanno partecipato in piazza del Nettuno al B-Side Pride, organizzato come piazza transfemminista queer e preparato con un’assemblea cittadina, che ha avuto luogo il 18 giugno. Una piazza pensata come momento forte di rivendicazione del diritto universale alla salute con l’accesso gratuito ai farmaci, agli ormoni e alle cure. Ma anche una piazza, così il comunicato ufficiale, «che dica fortemente che non chiediamo solo riconoscimento delle coppie gay o della discriminazione che subiamo, ma redistribuzione di risorse, reddito di autodeterminazione come risarcimento per tutta la violenza eteropatriarcale che subiamo fin da prima di nascere, accesso e autogestione della salute e dei saperi, educazione alle differenze, superamento della 164, decriminalizzazione del lavoro sessuale, permesso di soggiorno europeo».
Organizzata dalla rete del B-Side Pride (Laboratorio Smaschieramenti, Uni Lgbtq, Elastico fa/Art, Mit – Movimento Identità Trans, La Mala educación, Ombre Rosse), la manifestazione ha visto, tra le adesioni più importanti, quelle di Non una di meno, Plus, Mujeres Libres, Ritmo Lento, Rete Bessa, Link studenti indipendenti, Sta Murga, Rete bolognese di iniziativa anticarceraria. Essa si è composta di tre presidi: uno dedicato al ripensamento della società dopo la pandemia, un altro contro l’annessione dei territori della Cisgiordania da parte di Israele, il terzo per chiedere la liberazione dei prigionieri politici in Turchia e la fine dei bombardamenti su Rojava e Kurdistan iracheno.
Non senza un interessamento alla legge in materia di contrasto all’omotransfobia e misoginia, il cui testo unificato sarà depositato domani in Commissione Giustizia della Camera. Legge di cui si apprezza il significato. Ma – come chiarito a Gaynews da Renato Busarello di Laboratorio Smaschieramenti – «si auspica che si approfondisca il riconoscimento dell’aspetto della violenza strutturale. Abbiamo cercato di valorizzare gli elementi della legge per far emergere che non si tratta solo di discriminazione culturale ma anche di discriminazione sociale, di differenza di classe che si crea rispetto alle varie soggettività. Riteniamo che vadano potenziati gli aspetti dell’educazione alla differenza, della prevenzione e dei centri antiviolenza».