«Il cammino è lungo ma inarrestabile». E poi: «Necessarie le tutele». Queste le parole dette stamani dall’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, ad alcune esponenti di Ali d’aquila. Persone cristiane Lgbt, che gli avevano chiesto un parere sulla lettera inviata in tema di necessità di una legge contro l’omo-lesbo-bi-transfobia.
Il presule, che ha confermato di aver ricevuto la missiva, ha dichiarato di averla apprezzata e ha anche accettato il dono della t-shirt rossa con la scritta Una legge serve, che le/i partecipanti all’omonima piazza tematica, organizzata da Ali d’aquila e Famiglie Arcobaleno in Villa Bonanno (uno dei 12 presidi stanziali in cui quest’anno si è strutturato il Palermo Pride), hanno ieri indossato. Parole e gesti che, pur manifestati in un incontro privato, vengono all’indomani dell’articolo fortemente critico al ddl Zan, scritto da Giuseppe Savagnone, direttore dell’Ufficio per la Pastorale della cultura dell’archidiocesi di Palermo.
L’occasione dell’incontro con Lorefice è stata costituita dall’ultimo culto presso la Chiesa valdese di via dello Spezio (una delle due chiese valdesi di Palermo) da parte di Peter Ciaccio, pastore metodista e sovrintendente del XVI° circuito delle Chiese metodiste e valdesi, che dopo nove anni (e sette allo Spezio) lascia Palermo alla volta di Trieste.
Presenti al culto e al successivo aperitivo di saluto in strada il pastore anglicano Russell Ruffino e, appunto, l’arcivescovo Lorefice. Oltre a una nutrita rappresentanza di Ali d’aquila (tra cui Anke Williger e Antonella D’Anna) c’erano esponenti di Agedo, di Noi Siamo Chiesa, della Comunità di San Francesco Saverio all’Albergheria (tra cui Rosalba Alú), del Liceo delle Scienze Umane “Finocchiaro Aprile”, cinque delle sei realtà tutte costituenti il Coordinamento ecumenico per il superamento dell’omotransfobia insieme con la Chiesa valdese di via dello Spezio e a un’altra decina tra parrocchie e movimenti ecclesiali.