Giorni cruciali per il ddl Zan, il cui esame in sede referente presso la Commissione Giustizia della Camera deve passare il vaglio degli emendamenti in vista dell’approvazione. Per far sì che il disegno di legge possa approdare in Aula il 27 luglio come deciso dalla conferenza dei capigruppo, la presidente della Commissione, Francesca Businarolo (M5s), ha deciso nel primo pomeriggio per un contingentamento (cinque emendamenti per ciascuno dei 9 articoli del testo base) dei 1.017 presentati e riconosciuti tutti ammissibili.
Ma, come prevedibile, ciò ha sollevato le reazioni delle opposizioni: si è dunque deciso di portare da 45 a 90 gli emendamenti per ogni partito. Per fare il punto abbiamo raggiunto la presidente Businarolo.
Insomma, una settimana rovente in Commissione Giustizia. Quali saranno i punti salienti della discussione?
Sono stati presentati moltissimi emendamenti, come è noto ben 1017, il 90% da Lega (493) e da Fdi (482), mentre gli altri ne hanno gruppi presentati pochissimi (7 IV, 14 Gruppo Misto, 4 Pd, 17 Fi). A questo punto, per evitare manovre ostruzionistiche, ho chiesto ai gruppi che hanno portato l’apporto più massiccio di proposte emendative di segnalare quelli essenziali. Poi vedremo come proseguire per rispettare i tempi fissati dal calendario della Conferenza dei Capigruppo dell’Aula della Camera che prevede il 27 come data di inizio dell’esame del testo. Dunque, è una settimana importante e non sarà semplice, un aspetto rilevante della discussione riguarda quanto si voglia includere quella parte di opposizione disposta a sostenere la legge a patto che se ne escludano alcune parti. Inoltre, l’articolo 7 del testo, che incrementa di 4 milioni il Fondo per la lotta alle discriminazioni, è stato recepito nel Decreto Rilancio, dunque potrebbe decadere. I gruppi di maggioranza insieme al relatore Zan stanno valutando in queste ore.
Con le difficoltà emerse già oggi in Commissione, si riuscirà, secondo lei, ad approvare il testo perché approdi in Aula il 27?
Faremo del nostro meglio, in ogni caso è mia intenzione lasciare la possibilità e il tempo di discutere. Oltre alla richiesta di segnalare gli emendamenti essenziali, il regolamento prevede altri strumenti per velocizzare l’esame ai quali spero di non dover ricorrere. Spero in un comportamento responsabile. E, in ogni caso, eventuali ritardi non sarebbero importanti ai fini del nostro obiettivo, cioè approvare il testo per l’esame dell’Aula perché allora avremo una base importante e solida per il rush finale alla Camera.
Come giudica l’atteggiamento delle opposizioni?
Le dico francamente che il mio primo compito non è giudicare le opposizioni ma garantirne diritti, cosa che ho fatto per quanto in mio potere. La discussione su questo testo, ad esempio, è stata lunghissima, ho accolto un numero non usuale di audizioni, proprio per andare incontro alle loro richieste. Inoltre, non dimentichiamo che nel fronte attuale non c’è unità, una parte è più laica e ben orientata verso la legge, il resto è espressione di una ala reazionaria che ha una idea della società assai lontana dalla mia.
Ma, secondo lei, una legge contro l’omotransfobia e la misoginia è davvero necessaria?
Io credo nella utilità di una legge che punisca i comportamenti violenti ispirati dagli orientamenti sessuali delle persone. Si tratta di allargare la platea di coloro che sono oggetto dei cosiddetti crimini d’odio. In questo senso credo nella efficacia di norme repressive e preventive naturalmente. Se riusciamo ad ottenere questo risultato, mi creda, avremo fatto un buon lavoro per la nostra società.