Dopo ore e ore di ostruzionismo da parte di Lega e Fratelli d’Italia sugli emendamenti la Commissione Giustizia della Camera ha approvato, alle 02:05, il testo del disegno di legge contro l’omotransfobia e la misoginia. A darne poco dopo notizia su Facebook il relatore Alessandro Zan, che ha postato esultante una foto con la collega Laura Boldrini.
Si è andati dunque al di là di quanto annunciato ieri sera, all’inizio della seduta, dal vicepresidente Franco Vazio (Pd), che contava «di concludere il voto di tutti gli emendamenti» prima della mezzanotte sì «da trasmettere il testo definitivo alle altre Commissioni domani per i pareri prescritti e dare il mandato al relatore giovedì». Ma alla fine il risultato è stato ottenuto a dispetto dei tentativi ostruzionistici a oltranza da parte dell’opposizione, secondo meccanismi oramai peraltro noti.
Poco prima dell’inizio dei lavori della Commissione la conferenza dei capigruppo aveva definito anche il calendario dell’Aula della Camera, dove il ddl Zan approderà il 3 agosto. Il relativo esame proseguirà nei giorni successivi.
Come già ieri annunciato dallo stesso relatore, la maggioranza ha poi deciso di ritirare tutti gli emendamenti presentati dopo un’intesa con Italia Viva di snellire l’articolo 5 «riguardante la Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia, pur mantenendo intatto il suo contenuto, anche per quel che riguarda lo svolgimento di iniziative negli istituti scolastici». D’altra parte Forza Italia, con cui era stata trovata una soluzione sul nodo della libertà attraverso il cosidetto “salva idee”, ne aveva chiesto la totale abrogazione al pari di Lega e FdI.
La limatura dell’art. 5, lasciato di fatti intatto nella sua sostanza, è stata al centro di una parossistica reazione del senatore leghista Simone Pillon, che ieri sera commentava: «Trovo gravissimo che Pd, 5stelle e renziani abbiano mantenuto nel testo Zan la Giornata dell’omo-lesbo-bi-transfobia, che si configura come indottrinamento gender obbligatorio di bambini e ragazzi nelle scuole italiane. Massimo rispetto per tutti, ma lasciate ai genitori la libertà di educare i loro figli come previsto dalla Costituzione. Fermiamo questa pericolosa legge ideologica prima che arrivi a manipolare i più piccoli».
Reazione tanto più immotivata se si pensa che la Giornata è stata istituita a livello europeo con Risoluzione del Parlamento Ue in data 26 aprile 2007 e che, ad esempio, il 17 maggio scorso, giorno in cui essa è celebrata, si sono registrate le dichiarazioni autorevoli del Capo dello Stato Sergio Mattarella, del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, dei due presidenti di Camera e Senato per non parlare di parlamentari di pressoché tutti i partiti politici.