Nel pomeriggio di oggi Alessandro Zan ha ricevuto dalla Commissione Giustizia della Camera il mandato di relatore del ddl contro l’omotransfobia e la misoginia per l’Aula, dove il testo approderà il 3 agosto. A favore deputati e deputate dei partiti di maggioranza mentre Forza Italia (a eccezione di Giusi Bartolozzi ed Enrico Costa che si sono astenuti), Fratelli d’Italia, Lega hanno espresso voto contrario.
Soddisfazione è stata espressa da Zan, che ha dichiarato: «In commissione Giustizia a Montecitorio è stato appena votato il mio mandato di relatore del ddl contro l’omotransfobia e la misoginia anche per l’iter in Aula, che inizierà formalmente lunedì prossimo 3 agosto. Con questo voto termina la fase di approvazione in commissione. Ringrazio i colleghi e le colleghe: è un ruolo che mi riempie di orgoglio, ma anche di responsabilità per un disegno di legge di civiltà tanto importante e tanto atteso, che soprattutto nelle ultime settimane sta ricevendo una spinta fortissima dalla società civile verso le istituzioni.
È tempo di dare piena dignità e piena cittadinanza a tutte le persone di questo Paese, e sono orgoglioso di far parte di una maggioranza che ha recepito la necessità e l’urgenza di questo provvedimento, che riguarda la tutela della dignità umana e dei diritti».
Gli ha fatto eco il neopresidente della Commissione Giustizia, il pentastellato Mario Perantoni, che ha dichiarato: «È un buon testo che probabilmente verrà ancora ‘limato’ ma risponde alla esigenza di inserire nel codice penale la condanna della violenza dei comportamenti omofobici e di promuovere misure positive per prevenirli. Il testo non lede in alcun modo la libertà di espressione: non avrei mai potuto avallato una misura repressiva del pensiero. Sono naturalmente molto soddisfatto di inaugurare così la mia esperienza di presidente della Commissione, un incarico che mi onora per il quale ringrazio tutti coloro che mi hanno sostenuto e la presidente Businarolo che mi ha preceduto».
Ben diverse le reazioni dell’opposizione non senza i prevedibili eccessi oratorii del forzista Lucio Malan, che ha parlato di volontà di «imporre il gender come una sorta di religione di Stato» e di un ddl dieci volte peggio della legge Cirinnà, o dell’europarlamentare leghista Simona Baldassarre, che ha dichiarato: «Le forze di maggioranza si dimostrano ancora una volta nemiche delle famiglie italiane. È infatti vergognoso che si approfitti dell’estate per calendarizzare alla Camera il voto su un testo ideologico, dannoso e deleterio come il ddl Zan».
Hanno parlato di forzatura della maggioranza Carolina Varchi e Ciro Maschio, deputati di Fratelli d’Italia in commissione Giustizia, per i quali «nonostante le condizioni poste dalla commissione Affari costituzionali e le osservazioni del comitato per la legislazione, dalla maggioranza registriamo un atteggiamento pervicace nel voler disattendere ogni critica e suggerimento».
Ma a stretto giro di posta è arrivata la risposta del costituzionalista dem Stefano Ceccanti, relatore dell’invocato parere della Commissione Affari Costituzionali, che ha dichiarato: «Chiamato oggi come supplente in commissione Giustizia, ho votato convintamente con tutto il gruppo Pd a favore del mandato al relatore sul testo relativo all’omofobia. Voto che ritengo per mia parte niente affatto contraddittorio con le critiche del parere approvato ieri in commissione Affari Costituzionali.
In sede referente i pareri non determinano affatto un aggravamento procedurale per la Commissione destinataria del parere. Quando essi non sono appunto rafforzati, la presenza di condizioni distinte da mere osservazioni indica un’importanza gerarchica di tipo politico tra i rilievi critici, non la volontà di bocciare un testo che è già meritevole, anche se chiaramente perfezionabile. I rilievi critici potrebbero trovare soluzione nell’esame attento dell’Aula, a partire dal ruolo del relatore e delle forze di maggioranza che avevano votato il testo base, che oggi hanno votato il mandato al relatore e dagli esponenti dell’opposizione che si sono astenuti allora ed oggi.
Tutti ben consapevoli del lavoro da fare e mossi dalla sincera volontà di tener presenti le due stelle polari dell’articolo 3, lotta alle discriminazioni, e dell’articolo 21, libertà di espressione. Le altre forze di opposizione non cedano alla tentazione di un’opposizione pregiudiziale, ma da lunedì in Aula partecipino anch’esse a questo lavoro per la dignità di tutte le persone».