La polizia polacca ha arrestato Margot Szutowicz, Łanię Madej e una terza attivista, componenti del collettivo radicale, queer, femminista Stop Bzdurom (Stop agli idioti, ndr) con l’accusa di vilipendio alla religione e vandalizzazione di pubblici monumenti.
W związku z obrazą uczuć religijnych i znieważeniem warszawskich pomników, stołeczni policjanci do sprawy zatrzymali pierwsze osoby podejrzane. Trafiły one do policyjnego aresztu. Czynności trwają. Zatrzymanie pozostałych to jedynie kwestia czasu.
— Policja Warszawa (@Policja_KSP) August 4, 2020
A notificarlo il portavoce Sylwester Marczak, che ha dichiarato: «Stiamo perseguendo un’azione legale non perché qualcuno abbia appeso una bandiera, ma perché così facendo hanno offeso sentimenti religiosi e, in particolare, profanato il monumento di Cristo».
Il riferimento è all’azione svolta a Varsavia, nella notte tra il 28 e il 29 giugno, dalle attiviste, che hanno collocato bandiere arcobaleno e bandane rosa recanti simboli transfemministi e anarchici sul Cristo portacroce (icona del martirio della città per l’occupazione nazista) davanti alla chiesa della Santa Croce e sulle statue bronzee di Copernico, del maresciallo Józef Piłsudzki, di Wincenty Witos, Taras Hryhorovyč Ševčenko e della Sirena, simbolo della capitale polacca.
Affisso anche un manifesto programmatico con la scritta: «È un assalto! Un arcobaleno. È un attacco! Abbiamo deciso di agire. Finché ho paura di tenere la tua mano. Finché ci sono ancora cartelli con segni omofobi nella strada».
Simili azioni sono state compiute a Stettino in riferimento alle statue di Lech Aleksander Kaczyński e Giovanni Paolo II.
Il raid è stato compiuto in reazione a un clima sempre più marcatamente omotransfobico e misogino, che ha toccato punte estreme in giugno durante la campagna di Andrzej Duda (poi rieletto Capo di Stato) per le presidenziali e la settimana scorsa con l’uscita della Polonia dalla Convenzione d’Istanbul.