Le paparazzate su Paola Turci e Francesca Pascale intente a baci e abbracci sulla plancia di uno yacht hanno allietato il pubblico dei rotocalchi, anche nella sua congrua componente Lgbti. Momenti magici, a cui tuttavia non è, per ora, seguito un momento di parola pubblica. Il coming out per immagini rubate da un teleobiettivo non equivale a un gesto politico, è solo un privé spiato e reso morboso dal voyeurismo. Altrove, frattanto, il mondo del pop segna altre vie di coming out e cambia la percezione collettiva.
Giornali e siti web francesi riportano in questi giorni l’ufficializzazione via Instagram della relazione tra la belga Angèle (pseudonimo di Angèle Joséphine Aimée Van Laeken),notissima cantante che ha venduto 730.000 copie del suo album Brol in Francia nel 2019, e l’umorista Marie Papillon, conosciuta per le sue storie sul diffusissimo canale social.
Il 10 agosto la cantante ha pubblicato infatti su Instagram una foto con una maglietta dove compare la scritta «Portrait of Women who love Women» (Ritratto di donne che amano le donne», ndr), precisando nella didascalia che «Au moins, c’est clair… enfin non pas claire, Marie» («Almeno è chiaro… Infine non del tutto, Marie» ndr), con l’icona della farfalla (papillon, in francese) che riporta inequivocabilmente a Marie Papillon.
Visualizza questo post su Instagram
« Portrait of Women who love Women » Au moins, c’est clair… enfin non pas claire, Marie ??
Il post ha avuto l’immediato sostegno di molte colleghe artiste, fra le quali l’attrice Adèle Exarchopoulos, nota in Italia per La vita di Adele, e la cantante Pomme.
Da tempo le fan della ventiquattrenne Angèle facevano congetture su un suo eventuale lesbismo, al pari di quanto fatto dalle italiane con Paola Turci per decenni. La relazione con Marie Papillon era stata già paparazzata dalla stampa nell’autunno 2019, con foto non autorizzate che avevano fatto infuriare la cantante. Ora finalmente il tanto atteso coming out iconico via Instagram. Un modo nuovo, che si diffonde tra le giovani (si pensi per esempio alla calciatrice Manuela Giugliano e ad altre colleghe) e che lascia la parola a brevi testi inequivocabili, come semplice didascalia del corps lesbien. Non sappiamo che ne avrebbe pensato Monique Wittig, ma è innegabile che la canzone più nota di Angèle, Balance ton quoi, abbia un forte impatto lesbofemminista e che la sua diffusione di massa sia un bellissimo Sign o’ the times, come avrebbe cantato Prince. Bombastica.