Il 7 settembre 2010 moriva a Bentivoglio (Bo) Marcella Di Folco, attivista, attrice, politica ma, soprattutto, figura iconica e trainante del movimento Lgbtqi+ italiano. Eredità della sua vita e del suo pensiero è considerato, e a ragione, il Mit – Movimento Identità Transgender, che sopravvive nella sola esperienza bolognese. Da essa sono scaturite pratiche, pensiero e cultura, che hanno dato un contributo significativo al percorso del movimento Lgbtqi+ e della sua storia.
Nel tentativo di ricomporre una possibile storia condivisa alla luce dell’esempio e dell’insegnamento di Di Folco si terrà domani alle 16:30, presso la Cappella Farnese del Palazzo Comunale di Bologna, l’evento Marcella, dieci anni dopo Marcella. Ricordi e riflessioni nella storia di Movimento. Dopo i saluti dell’assessora alle Pari Opportunità, Susanna Zaccaria, e l’introduzione della presidente del Mit, Porpora Marcasciano, si susseguiranno gli interventi di Pia Covre, Regina Satariano, Daniela Nadalin, Franco Grillini, Raffaella Lamberti, Renato Busarello, Giulia Selmi, Graziella Bertozzo, Lalla Golfarelli. Il tutto arricchito dalle letture di Nicole De Leo e da video e immagini di Simone Cangelosi.
Per saperne di più, abbiamo raggiunto Porpora Marcasciano, fedelissima collaboratrice di Marcella e sua successora alla guida del Mit.
Marcella Di Folco: un nome importante nella storia del movimento Lgbtqi+ italiano. Raccontaci di lei…
Non è semplice condensare in poche righe la personalità e il personaggio di Marcella. Metaforicamente potrei dire che la sua mole fisica era proporzionale a quella culturale, politica, umana. Marcella aveva fatto dell’attivismo il suo più grande scopo di vita. Era attivista h24: anche se veniva chiamata (e succedeva spesso) nel cuore della notte per soccorrere una trans in difficoltà, correva immediatamente. Io credo che in lei si concentrassero una serie di doti, una sorta di miscela alchemica che hanno prodotto politica trans e cambiato le condizioni materiali di vita delle persone trans. La sua strabordante fisicità, il suo vocione potente, la sua intelligenza politica risultavano uno strumento fondamentale per la costruzione di vivibilità/visibilità. Pretendeva rispetto per le persone trans e in questo si faceva rispettare.
Le persone trans restano ancora ai margini della società e del lavoro. Il clima politico per e dei diritti è sempre più difficile. Quale sarebbe il pensiero di Marcella oggi?
Non so… Potrei immaginarlo: sicuramente, non abbassare mai la testa. Oggi che tutto si svolge sui social, la realtà è cambiata. Anzi, la realtà non esiste più. Oggi che si possono comprare like o consensi e con questi occupare posti, trasformare la realtà per lei, che faceva della fisicità il suo forte, sarebbe stato un problema. Credo comunque che lei si sarebbe destreggiata anche in questo. Oggi il cosiddetto movimento Lgbtqi+ è diventato contorto, confuso, obbediente a logiche partitiche, ad apparentamenti lobbystici, asservito a strategie che non hanno alcuna logica se non quella del potere: non produce più pensiero, azione e ancor meno poesia e gioia. Sembra paradossale ma i servizi del Mit, che lei ha contribuito a costruire, che rappresentano un sistema di buone pratiche riconosciuto in tutto il mondo, dovrebbero essere tutelati dalla comunità Lgbtq+ e invece vengono costantemente attaccati. Quel sistema di servizi e buone pratiche dovrebbe essere “patrimonio di Movimento”. Credo che un urlo della Marcellona sarebbe oggi salutare.
La legge contro l’omotransfobia e la misoginia è approdata in Aula della Camera. È da prevedere per ottobre una discussione animata. Molti, inoltre, saranno coloro che tenteranno di modificare il testo indebolendolo. Quale è il tuo pensiero in proposito?
Sinceramente sono un po’ confusa, perché si sono create delle contorsioni abnormi che fanno perdere di vista gli obiettivi, tantomeno chi sono gli amici e quali i nemici. Credo che anche su questo il movimento, se ancora esiste, dovrebbe fare una profonda riflessione, altrimenti tutto si vanifica. Ho l’impressione che in ogni passaggio importante si tende a dividersi, a spostare le asticelle, a generare confusione linguistica, culturale che non produce cose interessanti e positive. Il movimento dovrebbe tornare a essere Movimento, come sta succedendo in tutto il mondo per altre categorie come le donne e i neri o fenomeni come il razzismo. Qui siamo finiti in una palude da cui non si esce se non con uno sforzo comune e un pensiero profondo e radicale.
Tornando all’anniversario di domani… Porpora e Marcella, un rapporto ricco di affetto, amicale , politico e rivoluzionario. Oggi quale è la battuta di Marcella che più ti appartiene?
Avevamo diversi soprannomi l’una con l’altra, come, ad esempio, quelli dei serpenti, per cui io la chiamavo Anaconda e lei a me Boa constrictor. Lei mi chiamava Gersa e io Odoacre. E poi: Stanlio e Ollio…. Galassia Di Folco, Diga Vajont, Audacia. Ma, soprattutto, il suo intercalare più frequente era: «No, non è come dici tu. Te lo spiego io: alloraaaaaa!».