Rose e gigli bianchi per Laura Grasso, la cui salma è stata ieri inumata, al termine di una cerimonia laica, nel cimitero di Quartu Sant’Elena (Ca) in via Marconi. A dare l’estremo saluto alla fondatrice di Arcigay Cagliari e paladina sarda delle battaglie per i diritti Lgbti, morta il 5 settembre all’età di 60 anni per un tumore mammario, parenti e amici. Ma anche le componenti della Karalis Pink Team, impegnate nella prevezione del tumore al seno, e il sindaco Stefano Delunas, a sostegno del quale si era candidata a Quartu nel 2015 in una lista civica.
A Gaynews così la ricorda Franco Grillini, direttore del giornale e presidente di Gaynet: «Sono rimasto colpito dalla morte di Laura Grasso, una cara amica con cui siamo sempre rimasti in contatto in anni e anni di miltanza comune. Ricordo, in particolare, quando negli anni ’90 Laura era presidente di Arcigay Sardegna: facemmo insieme tantissime iniziative su tutto il territorio. Ho soprattutto in mente il Congresso nell’aprile del ’94 a Riccione, quando decidemmo di fare tutti insieme il Pride a Roma: c’erano 170 delegati e lei rappresentava appunto la Sardegna. Venne con la sua bellissima fidanzata.
Con Laura se ne va una persona che ha fatto dell’attivismo e della militanza la sua ragione di vita in un momento, fra l’altro, in cui non era certamente facile esercitarli. Auspico pertanto che si possa organizzare una giornata commemorativa per Laura a Cagliari».