Al via oggi il campionato di calcio della massima serie con tensioni non ancora risolte tra Lega Serie A e ministero dello Sport sulla riapertura degli stadi in sicurezza. Tanto che è in corso sul tema la videoconferenza convocata dal ministro per le Autonomie regionali, Francesco Boccia, con la partecipazione degli omologhi alla Salute, Roberto Speranza, e (appunto) allo Sport, Vincenzo Spadafora nonché del presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini.
All’inizio della nuova stagione del campionato di Serie A Tim ha dedicato ovviamente oggi la prima pagina La Gazzetta dello Sport con l’articolo di fondo intitolato, a colori verde e rosso su sfondo bianco, Serie A ti am♥ e incorniciato da soli bambini «maschi e bianchi» (con la sola eccezione di una bambina con maglia della Juventus) in rappresentanza delle tifoserie di tutta Italia.
A denunciare una tale «scelta discriminatoria» Luisa Rizzitelli, presidente di Assist – Associazione Nazionale Atlete, che ha dichiarato a Gaynews: «Ritengo sia una grave mancanza di sensibilità la pagina della Gazzetta dello Sport che riporta 20 piccoli tifosi con la maglia delle loro squadre del cuore senza aver conto di rappresentare le tante diversità degli appassionati e delle appassionate del calcio».
La giornalista e docente esperta di politiche di genere ha spiegato: «Rappresentare solo una bambina su 20 piccoli tifosi e non avere un bambino di colore ci è sembrata una scelta davvero antistorica. La Gazzetta dello Sport è un giornale importante e le sue prime pagine sono messaggi che arrivano a milioni di persone. Mi chiedo, anche per questo, come potranno essere soddisfatti gli sponsor delle squadre di calcio le cui maglie erano indossate dai bambini. E, infine, aggiungo: perché è così difficile comprendere che riempire di stereotipi la nostra cultura non fa che farci rimanere indietro di secoli?».
Per Rizzitelli, «qui il punto non è avere una immagine politically correct, ma riuscire ad avere la responsabilità di rappresentare una società che ormai non può più prescindere dalle parità di genere e dalla inclusione di tutte le differenze, che sono ricchezza inestimabile delle nostre società moderne».