Un gravissimo episodio di violenza si è consumato, nella serata di ieri, al centro storico di Napoli. A denunciare il brutale pestaggio su Facebook è stata la stessa vittima, il 23enne Gianmarco Vitagliano, dichiaratamente omosessuale, che ha raccontato di essere stato prima minacciato e insultato come “frocio” da un uomo sulla quarantina (irritato dalla difficoltà a poter avanzare sul marciapiede con moglie e figlio), mentre era in via Mezzocannone insieme ai suoi amici, tra cui Jonathan Silvestro, giornalista di Cronache di Napoli, anche lui successivamente aggredito. Quindi, accerchiato e pestato dallo stesso uomo e da una decina di ragazzi.
Il 23enne, che è rappresentante degli studenti all’Orientale, ha fra l’altro scritto nel suo post di denuncia: «Io sto bene, ma provo rabbia. Sono dichiaratamente omosessuale da quando avevo 19 anni, ed eccetto una sola volta non sono mai stato offeso per la mia natura, quella che mi caratterizza, che mi permette di vivere l’amore con una enorme sincerità, con tutto me stesso, perché essere libero è ciò che per me conta. Perché essere parte della comunità Lgbtqia+, prendere parte alla lotta transfemminista nelle città, denunciare questo sistema eteropatriarcarle cisgender di cui quell’uomo è purtroppo vittima, fa parte di me, così come fa parte di Jonathan, di mio fratello, dei miei amici e di tante altre persone: ragazze, ragazzi, donne e uomini di ogni età, etnia, genere, orientamento sessuale.
Nonostante ciò, io continuo a lottare. Non ho paura, o comunque la provo nei limiti: non sono intimorito. La lotta fa parte di me da sempre, e non mi arrenderò di certo ora. Sono arrabbiato, ma non mi farò mangiare dalla rabbia. Provo odio per questa società ingiusta, ma è odio mosso da amore; quell’amore che continua a mantenere la lotta viva in me, in Jonathan e nelle tante persone che nel cambiamento ci credono per davvero, che continuano a sperare. E nulla ci vieterà di perdere la speranza. Io sto bene, sono arrabbiato, ma lotto, spero. Questo sono io, e sono fiero di esserlo».
Su questa brutta pagina di violenza metropolitana, indicativa anche di un clima sempre più irrespirabile per le persone Lgbti+ attraverso l’utilizzo di parole particolarmente insultanti verso le stesse, è intervenuto nel pomeriggio di oggi il segretario politico di Antinoo Arcigay Napoli, Antonello Sannino, che ha dichiarato: «Da subito abbiamo offerto piena vicinanza e solidarietà alla vittima, dando alla stessa piena assistenza legale e psicologica. Dopo i fatti di Caivano, l’ulteriore ed ennesimo episodio di violenza ai danni di persone Lgbt, a poche settimane dell’approvazione delle legge regionale contro l’omotransfobia, ci spinge a chiedere con determinazione l’intervento dello Stato e delle Istituzioni locali, dalla Regione, al Comune, alle scuole, che devono investire con maggior determinazioni in azioni di formazione, di sensibilizzazioni e di sostegno concreto alla collettività Lgbt. L’omotransfobia è un problema culturale, non basta la mera condanna o la possibile azione repressiva».
Nel comunicato Sannino non ha mancato di criticare l’ennesimo tentativo di strumentalizzazione da parte di chi, nello stesso ambito associazionistico, continua fra l’altro a cannonneggiare il ddl Zan con martellante riferimento all’art. 3, definito falsamente quale “emendamento salva opinioni omofobe”, e alla querula richiesta di fondi a sostegno delle vittime, fra l’altro previsti nel testo in esame.
«Ancora una volta però – così Sannino – dobbiamo biasimare la condotta della Gay Help Line del Gay Center di Roma che interviene, a gamba tesa, senza alcun contatto con il territorio e con le vittime, dimostrando scarsa conoscenza dei fatti, come è prova l’approssimazione del comunicato stampa diramato dallo stesso Gay Center.
Nel denunciare e nel condannare l’ennesimo episodio di violenza ai danni di persone LGBT, esprimiamo però tutta la nostra preoccupazione per un atteggiamento pericoloso da parte della Gay Help Line – Gay Center di Roma. Gli episodi di omotransfobia vanno denunciati senza alcun tentennamento (e nel napoletano né abbiamo denunciati e seguiti a decine negli ultimi anni e cosi come bene ha fatto a denuciare G.V., vittima di omofobia la scorsa notte a Napoli), vanno portati all’attenzione dell’opinione pubblica, ma bisogna prima di ogni cosa tutelare le persone, le vittime e soprattutto la comunità LGBT. Le denunce vanno fatte con serietà, senza speculazioni, e nel rispetto del lavoro quotidiano di chi conosce e vive il territorio e le sue contraddizioni».