Il 20 e il 21 settembre si è votato non solo per il referendum e il rinnovo della Giunta regionale in Campania, Puglia, Liguria, Marche, Toscana, Valle d’Aosta, Veneto. Ma anche in 995 Comuni per le amministrative (in 61 Comuni della Sicilia si andrà invece al voto il 4-5 ottobre, mentre in 160 della Sardegna il 25-26 ottobre). I sindaci eletti al primo turno sono stati 885 mentre in 67 Comuni si andrà al ballottaggio il 4 e il 5 ottobre (in tre municipalità le elezioni sono state annullate).
A riportare una vittoria non da poco, contrariamente alle generali previsoni, il Popolo della Famiglia di Mario Adinolfi che, già al primo turno, ha visto eletti 12 consiglieri comunali. Tra questi Paolino D’Anna a Venezia, che è risultato il più votato nella città lagunare.
Ma il vero exploit il PdF l’ha fatto a Ercolano (Na), dove col 10, 41% (2850 voti) si è aggiudicato tre consiglieri comunali: Andrea Formicola con 641 voti, Mariarca Cascone con 609 e Aniello Iacomino con 514 (in realtà – ma si è in attesa di dati ufficiali – sembra che sia rientrato anche Michele Simeone: in questo caso salirebbe a quattro il numero dei rappresentanti pidieffini a Palazzo Passaro).
Ma è proprio questo risultato che sta creando imbarazzo e malumori in esponenti del Nazareno, perché il Popolo della Famiglia (con la dicitura Il Popolo Ercolanese) è corso nella coalizione di centrosinistra (con Partito Democratico, Italia Viva, Davvero e Libertas Democrazia Cristiana) a sostegno del renziano Ciro Buonajuto, che è stato riconfermato sindaco con il 79,48% dei voti. Il Pd, che si è aggiudicato 10 consiglieri, è risultato il primo partito col 38,02% delle preferenze.
Cosa ha da spartire il centro-sinistra, in particolare il Pd, con il PdF è difficile da comprendere, data la visione diametralmente opposta in materia di diritti civili, in particolare delle minoranze Lgbti. Al riguardo un dubbio sorge sin da subito ed è relativo a un’eventuale adozione della mozione a sostegno del ddl contro l’omotransfobia e la misoginia, in discussione alla Camera (come già avvenuto in vari Comuni italiani), da parte dell’amministrazione ercolanese. La posizione dei tre consiglieri pidieffini non potrebbe che essere di ferma opposizione: come si comporterebbero allora Pd e Italia Viva? Si starà a vedere.