Ieri la Giunta regionale dell’Emilia-Romagna, in ottemperanza all’articolo 5 della legge regionale contro le discriminazioni e le violenze determinate dall’orientamento sessuale e l’identità di genere, ha deliberato che le persone trans residenti potranno ricevere gratuitamente le terapie ormonali adeguate sotto stretto controllo del Servizio sanitario regionale.
I farmaci saranno erogati direttamente dalle farmacie ospedaliere «sia durante il periodo di transizione – si legge nel comunicato ufficiale – in cui la persona inizia ad assumere le caratteristiche fenotipiche del sesso opposto, sia, successivamente, per coloro che decidono di non ricorrere all’intervento chirurgico definitivo, ma realizzino unicamente il cambio anagrafico del sesso».
Per Federico Amico, consigliere regionale di Emilia-Romagna Coraggiosa e presidente della commissione Parità e Diritti, si tratta di un «passaggio molto atteso anche perché per le persone in transizione questi sono a tutti gli effetti farmaci salvavita. Sono felice di fare parte un’amministrazione che non discrimina, ma sostiene le persone, i cittadini e le loro libertà. Chi grida allo scandalo forse ha sbagliato epoca o Regione».
Soddisfazione è stata espressa dal Mit – Movimento Identità Trans, che su Facebook ha ricordato come la determina della Giunta Regionale sia anche frutto della «mediazione durata anni condotta dalla dottoressa Cristina Merriggiola, endocrinologa de Consultorio Ausl/Mit e ginecologa presso il Policlinico Sant’Orsola-Malpighi. Il Mit e la nostra comunità tutta hanno finalmente ottenuto il riconoscimento della gratuità degli ormoni sull’intero territorio regionale».
Secondo quanto invece disposto dall’odg approvato il 28 gennaio scorso dal consiglio nazionale di Arci, che aveva accolto la segnalazione di Mixed Lgbti, da oggi le persone trans potranno tesserarsi in tutti i circoli dell’importante associazione di promozione sociale con il proprio nome d’elezione o identità alias.
«Avremmo potuto arrenderci alla realtà, o fare carte false, e invece – ha scritto in mattinata su Fb Mixed Lgbti – abbiamo sollevato il problema con Arci nazionale. Ieri finalmente è arrivata la risposta ufficiale ad una domanda posta pochi mesi fa, prima del lockdown, e cioè se fosse possibile tesserarsi con il nome di elezione. Da oggi si può, e noi ci sentiamo un po’ la spinta propulsiva di questo cambiamento epocale, per una famiglia di cui fa parte oltre un milione di persone».