La Corte Suprema degli Stati Uniti ha ieri respinto il ricorso di Kim Davis, ex funzionaria municipale della Rowan County (Kentucky), che nel 2015 si rifiutò di rilasciare (appellandosi al 1° Emendamento della Costituzione in nome della libertà religiosa) licenze matrimoniali per coppie di persone dello stesso sesso e fu incarcerata per cinque giorni dal 4 all’8 settembre di quell’anno. Come noto, il matrimonio egualitario era divenuto legale, il 26 giugno precedente, a seguito della decisione della Corte Suprema Obergefell v. Hodges.
Pur essendo concordi con la decisione di non esaminare per motivi tecnici il ricorso di Kim Davis, contro la quale pende, presso la Corte d’Appello del 6° Circuito (Ohio), una causa intentatale dalle coppie David Ermold-David Moore e Will Smit-James Yates, i giudici conservatori Clarence Thomas e Samuel Alito hanno però osservato, nel loro voto congiunto, che il caso in questione costituisce un «inequivocabile promemoria delle conseguenze» della sentenza Obergefell v. Hodges.
Dopo aver affermato che Kim Davis «potrebbe essere stata una delle prime vittime del trattamento sprezzante della religione da parte di questa Corte nella sua decisione Obergefell v Hodges» e aver avvertito che «non sarà l’ultima», i due giudici hanno attaccato lo stesso supremo organo giudiziario accusandolo di aver «aggirato il processo democratico». Thomas e Alito hanno poi aggiunto: «Scegliendo di privilegiare un nuovo diritto costituzionale rispetto agli interessi di libertà religiosa esplicitamente protetti nel 1° Emendamento e facendo ciò in modo antidemocratico, la Corte ha creato un problema che solo lei può risolvere. Fino ad allora Obergefell continuerà ad avere conseguenze rovinose per la libertà religiosa».
Il che, detto in soldoni, significa, secondo Thomas e Alito, porre fine alla legalizzazione delle nozze tra persone dello stesso sesso, come osservato da Pete Buttigieg, ex candidato democratico alle presidenziali e primo gay apertamente dichiarato in corsa alle primarie per la Casa Bianca, che ha ieri twittato: «Soltanto per precedenti e restrizioni giudiziarie. Due giudici ora chiedono apertamente la fine dell’uguaglianza nel matrimonio, sapendo che i rinforzi sono in arrivo. La posta in gioco non potrebbe essere più alta».
So much for precedent and judicial restraint. Two justices now openly call for an end to marriage equality—knowing reinforcements are on the way.
The stakes could not be higher. https://t.co/C8vCltkgRD
— Pete Buttigieg (@PeteButtigieg) October 5, 2020
Il riferimento è ovviamente ad Amy Coney Barrett, nominata alla Corte Suprema da Donald al posto di Ruth Bader Ginsburg (morta il 18 settembre), che, se confermata dal Senato, sarà la sesta giudice di orientamento conservatore. Con quali risultati è facile prevederlo.