Cresce l’attesa per la manifestazione #OraBasta!, che si terrà a Milano, il 10 ottobre (ore 15:00), in piazza della Scala per l’approvazione immediata della legge contro l’omotransfobia e la misoginia. Da Tiziano Ferro a Nina Zilli, da Marianna Aprile a Franco Grillini, da Nichi Vendola a Mara Maionchi, per citare solo alcuni nomi, sono tante le figure del mondo della musica, dello spettacolo, del giornalismo, dell’attivismo, della politica che stanno sostenendo l’evento.
A tre giorni dalla manifestazione abbiamo raggiunto Luca Paladini, portavoce de I Sentinelli di Milano, che con Da’ voce al rispetto, All Out, Amnesty International e altre 15 associazioni sono tra gli enti promotori.
Luca, com’è nata l’idea della manifestazione del 10 ottobre?
La data non è ovviamente casuale, visto che cade quasi a ridosso della ripresa dell’esame parlamentare della legge. Ci è sembrato quindi opportuno convocare una piazza, anche in un momento complicato come questo dove la gente ha un po’ più paura a trovarsi in manifestazioni, per dare una spinta dal basso che possa in qualche modo sostenere quanto avverrà in Aula della Camera a partire dal 20 ottobre. Vogliamo lanciare un messaggio alla politica e dire: “Noi vi stiamo guardando e saremo molto attenti a quanto avverrà in Aula”. Insomma, un segno di grande attenzione ai giorni che seguiranno il 10 ottobre.
Quali saranno i momenti salienti dell’evento in piazza della Scala?
Abbiamo pensato che una manifestazione del genere dovesse tenere dentro sia esperienze dirette di omo-lesbo-bi-transfobia attraverso la testimonianza delle vittime sia chi questa legge dovrà andarla a votare in Parlamento: avremo ovviamente Alessandro Zan, che è il relatore della legge, Alessandra Maiorino del Movimento 5 Stelle, una delle senatrici che più di altre ha spinto al riguardo, e, sul tema della misoginia, Elly Schlein, che anche recentemente, con la copertina de L’Espresso, ha vissuto un episodio molto sgradevole.
Da attivista con esperienze politiche come valuti il ddl Zan?
Sono conscio della possibilità/rischio che corriamo. Di treni non ne passeranno più chissà per quanto tempo: questo è dunque il treno sul quale è necessario salire, perché ci sono i numeri per far approvare la legge. Dobbiamo però essere attenti che questa non sia una legge al ribasso, una legge che, anziché punire gli omofobi, crei una sorta di zoo safari per le specie degli omofobi stessi. Quindi, la linea di demarcazione è costituita dalla libertà d’espressione: la libertà d’espressione non deve mai confondersi con l’insulto, la denigrazione, la violenza verbale nei riguardi delle persone Lgbti+. La piazza su questo sarà molto chiara: noi vogliamo una legge ma che non sia al ribasso.
Non sono mancati attacchi al testo da parte di qualche realtà Lgbti+. Che cosa ne pensi?
Sin dall’inizio lo spirito che ci ha animato nel convocare la piazza è stato quello di riunire quante più realtà possibili del mondo Lgbti+. So che esistono delle posizioni – che però mi sembrano minoritarie – di critica alla legge. Credo che, ribadito quanto detto prima, non possiamo permetterci di fare i duri e puri e avere tutto quello che vogliamo e pretendiamo in tempi diversi da quello attuale. Perché questo è il tempo: non a caso la manifestazione si chiama #Orabasta! A furia di fare i puristi rischiamo di non vederci riconosciuti dei diritti per decenni. Quindi, assolutamente contrario a chi è pronto a criticare ogni tentativo di chi, con buona volontà, sta lavorando per portare a casa la legge. Noi sosteniamo, ovviamente con dei paletti, chi sta svolgendo un tale lavoro. Chi, invece, critica a prescindere ha, a mio parere, una posizione assolutamente miope.