Non nascondersi più e raccontare con semplice coraggio come si è e chi si ama. Raccontarsi in un’ottica autoliberatoria ma anche eradicante di stereotipi, pregiudizi e stigmi sociali. A farlo oggi, 32° Giornata internazionale del Coming out, l’allenatrice ed ex calciatrice veneziana Carolina Morace, che ha anticipato di due giorni, attraverso un’intervista a Il Corriere della Sera, quanto raccontato nel libro confessione Fuori dagli schemi. Il calcio, la vita, l’amore. Scritto con la giornalista sportiva Alessia Tarquinio ed edito da Piemme, il volume sarà infatti nelle librerie a partire da martedì 13.
La 56enne Morace ha dichiarato di essersi sposata due volte con l’ex calciatrice australiana Nicola Jane Williamson. «La proposta gliel’ho fatta – ha dichiarato al CorSera – nel giorno del mio quarantottesimo compleanno. Avevo comprato gli anelli, avevo ripassato per ore la frase “vuoi sposarmi?”. Sono una donna tradizionale, sì, anche in questo caso sono rimasta me stessa. E credere che prima nella mia vita non avevo mai pensato al matrimonio. Ci siamo sposate una prima volta a Bristol, sul piroscafo SS Great Britain e poi in Australia».
Sempre al Corriere Morace ha raccontato di essersi decisa a fare coming out, ritenendo che «nella vita ci siano dei momenti in cui certe cose diventano naturali. Forse prima non si è pronti. Poi, un giorno, le parole nascono con una spontaneità nuova». Ma anche per lanciare un messaggio alle calciatrici, che non hanno il coraggio di fare un tale passo, «per le più giovani, ma l’ho fatto anche per molte mie amiche quarantenni o cinquantenni che ancora non trovano il coraggio di raccontarsi».
L’ex calciatrice ha puntato anche il dito contro il mondo del calcio, «pieno di pregiudizi e di omofobia. Non biasimo chi non fa coming out. Per molti uomini il non farlo è una forma di protezione. Credo che sia giusto farlo quando si è pronti, quando si è sicuri di poter togliere la maschera e non rimetterla più». Dopo aver annunciato di desiderare con Nicola Jane un figlio, si è così autodefinita: «Sono una donna che ama una donna».
A Gaynews Luisa Rizzitelli, presidente di Assist – Associazione Nazionale Atlete, ha dichiarato: «Il coming out di una donna, che è stata una delle più grandi calciatrici di tutti i tempi e che è sia una stimata allenatrice sia una apprezzata opinionista, non può che essere un gesto di sostegno e di forza a tutte quelle persone che non hanno ancora la forza di mostrarsi per ciò che sono. Nello sport, in particolare, il numero di atlete e atleti che hanno il coraggio di dichiarare la propria omosessualità, è davvero minimo e questo, secondo me, dipende dalla paura di avere qualche “ritorsione” o problemi di accettazione. Il coraggio di Carolina sarà presto, ne sono certa, il coraggio di altre ragazze».
Per Paola Guazzo, intellettuale lesbica e componente della rete Lesbicx, «appassionata di calcio femminile (oggi – ha detto al nostro giornale – ho ascoltato la radiocronaca Roma-Inter con un’amica), Carolina Morace, con il suo coming out, ha fatto il suo gol più bello. E ne ha fatti tantissimi e bellissimi. Non è stato un coming out timido o ambiguo, il suo. È stato un consapevole e quasi inarrestabile fluire di situazioni, consapevolezze e amore. Un coming out adulto e senza sconti, nella gioia irrefrenabile dell’apertura e dell’orgoglio. Orgoglio che da oggi non è più solo quello della fuoriclasse che tutto il mondo conosce, ma quello della persona. Lesbica. Spero che questo momento sia di aiuto e serva come esempio a molte altre. I tempi bui della paura, del ricatto o anche solo della reticenza stanno per finire. La strada si apre ogni giorno di più. Il gol è sempre quello di tutta una squadra».