All’indomani della manifestazione milanese #OraBasta! per la rapida approvazione di una buona legge contro l’omotransfobia e la misoginia l’emozione è ancora tanta soprattutto in chi ha organizzato l’evento o ha parlato dal palco in piazza della Scala.
«Sentivamo l’urgenza di convocare una piazza che aspetta una legge da 25 anni – commenta a Gaynews Luca Paladini, portavoce de I Sentinelli di Milano –. Mai avremmo pensato di portare più di 3000 persone in piazza in piena pandemia. 3000 persone (con larga presenza di giovanissimi e giovanissime), che hanno tenuto un comportamento scrupoloso in base alle norme vigenti. Per noi ieri non è la fine, ma l’inizio. I nostri occhi, quelli di tutta la splendida piazza di ieri, aspettano al varco la Politica. Dal 20 ottobre guarderemo con molta attenzione cosa succederà intorno alla proposta di legge Zan. Pronti a sostenerla nuovamente in piazza ma certi di non voler accettare compromessi al ribasso».
Il deputato Alessandro Zan (Pd), relatore della legge alla Camera, osserva che «la manifestazione in piazza della Scala ha dimostrato che la legge contro omotransfobia e misoginia non è un provvedimento liberticida, come ancora qualcuno si ostina a sostenere, ma un provvedimento chiesto a gran voce proprio dalla società civile. Oltre 3000 persone sono scese in piazza, in modo ordinato e sicuro, a sostegno della legge: madri e padri che chiedono più sicurezza per i propri figli, giovanissimi che si schierano contro il bullismo, donne e uomini che dicono basta a odio e discriminazioni. La piazza di Milano guarda a un’Italia migliore e lancia un messaggio forte al Parlamento, a cui chiede una legge subito».
Soddisfatta e contenta della straordinaria riuscita dell’evento Alessandra Maiorino, vice capogruppo M5S al Senato e prima firmataria di una proposta di legge in materia di prevenzione e contrasto all’omotransfobia, che sul palco ha tenuto un appassionato intervento. «Una piazza ordinata, partecipata e appassionata di più di tremila persone – così al nostro giornale la senatrice pentastellata – ha detto: Basta odio, e basta alla negazione dell’odio, che è l’ulteriore violenza beffarda che subisce chi già subisce discriminazioni omotransfobiche e misogine. Negare che il problema esista.
Da Milano è partita una nuova Resistenza, composita e plurale, come fu la Resistenza storica, questa volta per fermare una deriva di odio che vorrebbe umiliare e cancellare la meravigliosa complessità della natura umana in nome di un rassicurante conformismo che impone stereotipi senza anima e senza corrispondenza con la realtà. Abbiamo già messo in sicurezza la parte attiva della legge, stanziando con un emendamento a mia prima firma, quattro milioni annui per sportelli e centri rifugio per la comunità Lgbti. Ora si vada avanti spediti verso l’approvazione della legge. E faccio appello ai singoli individui dei partiti di destra: votate secondo il vostro cuore e la vostra coscienza, perché molti di voi sanno che tutelare chi è discrimato per il proprio genere, identità di genere o orientamento sessuale non è più accettabile. Diamo all’Italia questa legge di civiltà».
Per Luca Trentini, storico attivista Lgbti+ e responsabile politico del Comitato Da’ voce al rispetto, si è trattato di «un momento che ha alternato momenti di emozione a momenti di forte rivendicazione, storie di sofferenza a volontà di cambiamento, rabbia e richiesta di tutela. Erano palpabili in quella piazza la forte aspettativa nei riguardi del Parlamento e la frustrazione di una attesa lunga ormai 25 anni. Gli applausi ad Alessandro Zan, ad Alessandra Maiorino e, soprattutto, al forte intervento di Elly Schlein sono suonati come incoraggiamento ma anche come monito. Non si tollererà alcuno sconto, alcuna mediazione sulla dignità e sulla vita delle persone. Non caso l’intervento più applaudito è stato quello di chi urlava: “Non ci sono più scuse: o sei a favore della legge contro l’omotransfobia o sei complice”».