Un pasticiaccio brutto, ma non certamente quello di gaddiana memoria, l’intervista rilasciata dal cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo metropolita di Perugia e presidente della Cei, rilasciata al vaticanista Domenico Agasso jr e pubblicata ieri, in versione ridotta, sull’edizione cartacea de La Stampa (l’integrale è poi apparsa sull’online nel pomeriggio).
Temi originari dell’intervista, che dà tanto l’impressione di testo confezionato – il porporato, per chi lo conosce, non è persona da rilasciare telefonicamente risposte accurate, come sono quelle leggibili sul quotidiano torinese –, dovevano essere il caso Becciu e le Linee guida del ministero della Salute sulla RU486. Sono stati invece affrontati molteplici argomenti – insomma, una sorta di fritto misto in salsa “porpora” – con risposte, per lo più, trite e ritrite.
A creare il cortocircuito, nella giornata in cui erano previste manifestazioni in 60 città a sostegno del ddl Zan e una contraria in piazza del Popolo organizzata da Pro Vita & Famiglia, proprio La Stampa che, a fronte delle accennate questioni più scottanti come anche quella del plauso espresso dal porporato alla riforma dei Decreti Sicurezza, ha preferito titolare Bassetti: “La legge anti-omofobi ribalta la democrazia. E sulla pillola dei cinque giorni dopo alle minorenni dico no”. Cortocircuito messo ancora più in risalto dal sito della Conferenza episcopale italiana, che, nel riprodurre integralmente l’intervista, ne ha invece così rilevato nella sua titolatura il punto nodale Intervista al card. Bassetti de La Stampa. “Appello alla prudenza e alla responsabilità”, ossia la situazione legata al Covid-19.
Il tema del ddl contro l’omotransfobia e la misoginia è affrontato, in realtà, alla fine dell’intervista (terz’ultima domanda nell’edizione cartacea de La Stampa e penultima in quella online) con una risposta che riproduce in sintesi le stesse valutazioni della nota pregiudiziale della Cei del 10 giugno, diramata, infatti, prima che fosse depositato e perciò reso noto il testo unificato del provvedimento. Insomma, nihil novi sub sole – verrebbe da dire con l’agiografo – ma anche riprova palmare che Bassetti (o chi per lui) non abbia mai letto oppure, avendolo letto, cannonneggi “ideologicamente” (per usare un’espressione cara a una certa area clericale) il testo del ddl, integrato il 23 luglio dell’articolo che ribadisce il diritto costituzionalmento tutelato della libertà d’opinione.
Eccone la parte in questione:
Restando su questioni etiche, c’è un ampio dibattito sulla legge sull’omofobia/transfobia. La presidenza della Cei si è già espressa con una nota critica. Che cosa ha da aggiungere?
«La Chiesa ha attenzione, cura e rispetto per ogni persona umana. Per questo, credo sia fondamentale evitare ogni tipo di deriva ideologica tale per cui sia passibile di sanzione penale per presunta omofobia chi non contempla il modello di affettività espresso da persone dello stesso sesso. La libertà di pensiero, ben diversa dall’istigazione e dalla violenza, non può essere discriminata perché ritenuta discriminante. Si creerebbe un pericoloso ribaltamento di democrazia. Il nostro ordinamento giuridico punisce già efficacemente ogni tipo di attacco alla dignità personale e ogni aggressione».
Com’era prevedibile, l’ampia intervista è stata ridotta solo a quel passaggio non solo sui social ma anche in piazza del Popolo, dove il senatore Simone Pillon l’ha citata a sostegno della tesi di “legge liberticida“, ovviamente guardandosi bene dall’elogiarla per le parole di plauso del porporato alla riforma dei Decreti Salvini.