Con 32 voti favorevoli e quattro astenuti il Consiglio comunale di Torino ha ieri approvato l’ordine del giorno, su proposta di Rete Re.a.dy., a sostegno del ddl contro l’omotransfobia e la misoginia, di cui è relatore alla Camera Alessandro Zan (Pd). Il capoluogo piemontese si aggiunge così alle quasi cinquanta amministrazioni locali, che hanno adottato un tale provvedimento.
Nel darne notizia su Facebook, Marco Giusta, locale assessore alle Politiche Giovanili e ai Diritti nonché principale artefice dell’iniziativa nazionale di Rete Re.a.dy, ha fra l’altro scritto: «Il messaggio è chiaro: abbiamo bisogno di questa legge, e ne abbiamo bisogno adesso. Lo dobbiamo a Stefano, Gaetano, Daniela, Antonio, Bruno, Daniela, Cristina, Mattia, Marco, Stefano, Leonardo. Questi sono solo alcuni dei nomi delle persone che nella nostra città hanno subito atti di omofobia, lesbofobia o transfobia negli ultimi 4 anni. Solo alcune delle persone che hanno ricevuto minacce, insulti, lettere minatorie, che sono stati aggrediti o aggredite, picchiati o picchiate. Sono i nomi che conosciamo, perché di coloro che hanno denunciato e trovato ascolto – ma sappiamo che oltre il 60% di chi subisce discriminazioni, insulti o violenze omolesbobitransfobiche non denuncia.
Ognuna di queste storie ci riporta alla necessità del cambiamento culturale che questa legge porta con sé, soprattutto grazie alle attività nelle scuole, al sostegno alle case rifugio, all’incarico all’Unar e alla raccolta di dati affidata all’Istat. Dobbiamo restituire fiducia alle persone nelle istituzioni, perché costruire una cultura istituzionale e politica di contrasto alle discriminazioni è precisa responsabilità di ogni rappresentante istituzionale, e questa legge è un passo importante in questa direzione».
Giusta ha infine ringraziato “il Servizio Lgbt – Città di Torino, segreteria della Rete Re.a.dy” e, «ovviamente, Alessandro Zan, a Laura Boldrini, a Monica Cirinnà, a Alessandra Maiorino, a Mario Perantoni».