Il Governo ha ieri risposto alla lettera, indirizzata al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al ministro degli Esteri Luigi Di Maio, al ministro per gli Affari europei Vincenzo Amendola e sottoscritta il 21 agosto da 27 associazioni, con cui si domandava di avviare «i passi diplomatici necessari» per ottenere la liberazione dell’attivista polacca Margot Szutowicz. Le realtà firmatarie avevano inoltre chiesto di «inviare un segnale forte al governo polacco» e di ribadire «che il nostro Paese condanna le detenzioni arbitrarie e la brutalità della polizia e sollecitare le autorità polacche a rispettare i diritti umani delle persone Lgbti». Come noto, Margot è stata poi rilasciata il 28 agosto scorso.
Incaricato di rispondere alle associazioni, il sottosegretario agli Affari Esteri e alla Cooperazione internazionale con delega all’Europa, Ivan Scalfarotto, ha detto di scrivere a seguito di una sua missione «a Varsavia, a titolo di riscontro della vostra missiva inviata al sig. presidente del Consiglio e al ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, per confermarvi, a loro nome, l’attenzione con cui il Governo italiano guarda alla situazione dei diritti umani in Polonia, in particolare delle persone Lgbti.
Già a seguito degli incidenti avvenuti in occasione delle manifestazioni di solidarietà verso Margot Szutowicz lo scorso agosto, sono intervenuto presso le autorità polacche, sollecitando il rilascio dell’attivista italiana detenuto in quella circostanza, poi rilasciato. Anche Margot Suztowicz, come sapete, è stata poi rilasciata.
Nei giorni scorsi, in occasione di una mia missione a Varsavia, ho avuto modo di affrontare il tema della tutela delle persone Lgbti, stigmatizzando gli attacchi dai toni molto accesi di cui la comunità Lgbti è stata oggetto in Polonia negli ultimi mesi, che non appaiono in linea con gli standard che ci si attende da un paese membro della Ue e per i quali ho espresso profonda preoccupazione».
Scalfarotto ha quindi detto: «In termini generali, posso aggiungere che condividiamo la preoccupazione circa la situazione di crescente tensione che si è manifestata in Polonia a proposito dei diritti delle persone Lgbti e che riteniamo che l’applicazione dell’art. 8 della Convenzione europea sui diritti dell’uomo del 1950, in merito al diritto al rispetto della vita privata e familiare, sia un pilastro dell’ordine pubblico europeo, fondato sui princìpi democratici e sul rispetto dei diritti fondamentali, che Italia e Polonia condividono. La lotta contro ogni forma di discriminazione, inclusa quella sulla base dell’orientamento sessuale, è alla base dell’azione internazionale dell’Italia a favore della tutela e della promozione dei diritti umani e delle libertà fondamentali, costituendo, tra l’altro, una priorità italiana nell’ambito della nostra partecipazione al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, nel biennio 2019-2021».