Come già annunciato da Alessandro Zan (Pd), il presidente della Camera, Roberto Fico, ha ieri ribadito che il ddl contro omotransfobia e misoginia «verrà votato in Aula la prossima settimana, a partire da martedì pomeriggio».
Abbiamo raggiunto il deputato Mario Perantoni (M5s), primo firmatario di un progetto di legge in materia, confluito nel testo unificato, e presidente della Commissione Giustizia a Montecitorio, per fare il punto della situazione.
Presidente, il 27 ottobre riprenderà in Aula l’esame del ddl contro l’omotransfobia e la misoginia. Il Movimento 5 Stelle sarà compatto nel votarlo?
Assolutamente si! Abbiamo da sempre manifestato il nostro convinto sostegno a questa proposta legislativa. Ricordo, oltre al famoso bacio collettivo alla Camera, che i primi provvedimenti in assoluto presentati dal Movimento 5 Stelle una volta insediato in Parlamento nel 2013, riguardavano proprio i diritti di omosessuali e trans. E anche oggi ribadiamo la necessità di ampliare la platea dei destinatari della tutela e fornire adeguati strumenti contro i cosiddetti hate crimes (crimini d’odio). Sono, quindi, convinto che saremo compatti anche in Aula.
Libertà d’opinione e definizioni di sesso, genere, orientamento sessuale e identità di genere: ci sono da temere sorprese al riguardo, che possano pregiudicare la portata del testo?
In Commissione abbiamo fatto un gran lavoro di confronto per sciogliere le perplessità presenti nelle altre forze politiche, anche di maggioranza. Il testo che arriverà in Aula è frutto di una limatura concordata e condivisa, per cui non mi aspetto imboscate e mi auguro che non ce ne siano.
Martedì s’inizierà col voto segreto sulle pregiudiziali di costituzionalità: è un’insidia o non c’è nulla da temere?
Sarebbe irrealistico e irresponsabile sostenere che non c’è nulla da temere. È un passaggio delicato, che va gestito con lealtà e coscienza. Dopodiché, ovviamente, ognuno si assumerà le proprie responsabilità.
Altro scoglio per il ddl sono gli emendamenti: M5S ne presenterà?
Ogni deputato è libero di presentare gli emendamenti che ritiene, ma considerato che si è lavorato a lungo per portare in Aula un testo il più possibile condiviso, non credo che i miei colleghi ne presenteranno e al momento non risultano, né a me né alla capogruppo Carla Giuliano, intenzioni in tal senso. Da parte mia, come presidente cercherò di raccogliere le istanze di tutti, garantendo i diritti delle opposizioni e le prerogative della maggioranza.